Orlando sulla Sis: | “Se si ritira, faremo causa”

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18 Maggio 2013, 06:15

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PALERMO – Il tram, adesso, è veramente appeso a un filo. Una delle più importanti e onerose opere pubbliche degli ultimi venti anni rischia infatti di trasformarsi in un’ennesima incompiuta con tanto di causa legale tra il Comune e la Sis, la ditta aggiudicataria dei lavori.

La storia è ormai nota: il 24 maggio scadrà il contratto con la ditta aggiudicatrice ma l’opera è ben lontana dall’essere completata, con 300 posti di lavoro a rischio e procedure di licenziamento già avviate. E l’incontro di ieri mattina in Prefettura è servito a ben poco: Umberto Postiglione ha più volte sbattuto i pugni sul tavolo, prima di mandare tutti a casa per trovare una soluzione.

Nel pomeriggio, invece, è stata la volta del sindaco Leoluca Orlando che, in conferenza stampa, ha detto a chiare lettere che se la Sis si dovesse fermare il Comune è pronto a farle causa, “e i soldi che aspetta non basterebbero nemmeno a pagare i danni”. Cronaca di una giornata ad alta tensione intorno a un appalto che vale più di 300 milioni e che potrebbe trasformarsi in una cattedrale nel deserto, con cantieri fermi e una città praticamente sventrata. Ma andiamo con ordine.

Dopo le tensioni delle scorse settimane, che avevano visto Palazzo delle Aquile puntare il dito contro la Sis per aver eseguito i lavori della perizia di variante (per un totale di 87 milioni pagati dalla Regione) senza che questa fosse ancora approvata, e la Sis inviare le lettere di licenziamento perché i soldi non basteranno a superare il 24 maggio, ovvero venerdì prossimo quando è prevista la scadenza del contratto, il Prefetto ha convocato tutti per un tavolo sulla vicenda.

Oltre alla Sis erano presenti il sindaco Leoluca Orlando, l’assessore alla Mobilità Tullio Giuffrè, l’assessore al Bilancio Luciano Abbonato,l’Amat che è la stazione appaltante, il dirigente del Dipartimento regionale alle Infrastrutture Giacomo Rotondo e i tre sindacati confederali: Mario Ridulfo della Fillea Cgil, Dario Cirivello della Filca Cisl e Angelo Gallo della Feneal Uil.

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Un vertice durato oltre cinque ore e conclusosi, in pratica, con un nulla di fatto. Piazza Pretoria ha negato infatti qualunque possibilità di sospendere l’appalto: una eventualità che, se da un lato permetterebbe di evitare il licenziamento e accedere alla cassa integrazione, dall’altra costringerebbe l’Amat a pagare salate penali. “Non si è profilata una soluzione definitiva – commentano i sindacalisti – perché ognuno si è arroccato nelle proprie posizioni. Il prefetto ci ha chiesto qualche giorno per analizzare i fatti e provare a individuare una soluzione, aggiornando il tavolo tecnico all’inizio della prossima settimana”.

Il Comune, dal canto suo, si è detto disponibile a mettere tre milioni di euro sul piatto con un’anticipazione che permetterebbe alla Sis (che non ha intenzione di mettere mano al portafogli) di proseguire i lavori dopo il 24 maggio, oltre a rivedere i termini del contratto per non fermare i cantieri. Un allungamento dei tempi necessario in attesa che la Corte dei Conti approvi la perizia di variante della Regione, che vale 87 milioni e copre lavori extra come il ponte sull’Oreto. I magistrati avrebbero però ricevuto solo ieri tutti i documenti, per via di alcuni ritardi da parte della Regione, e da lunedì decorreranno i 50 giorni a disposizione dei giudici. Da qui la necessità di non fermare i cantieri fino al verdetto della Corte dei Conti.

“Da qui capiremo se vogliono portare avanti i lavori oppure no”, ha tuonato nel pomeriggio il sindaco che ha così lanciato un ultimatum alla Sis. “Da parte di tutte le istituzioni c’è la volontà di andare avanti – ha scandito Orlando – attualmente dei 128 milioni del ministero 50 sono già stati versati, gli altri rimangono bloccati in attesa della perizia di variante. Noi vogliamo ricondurre sul giusto binario un tram deragliato”. E sui licenziamenti ha aggiunto: “Avverranno fra 70 giorni ma non sono motivati: siamo molto sereni, l’opera riprenderà prima”.

Ma l’avviso alla Sis è chiaro: “Dobbiamo capire se qualcuno ha deciso di andarsene o di finire l’opera, la Sicilia è piena di incompiute. Se l’impresa decidesse di abbandonare i cantieri, se ne assumerà tutte le responsabilità e il Comune non potrà che chiedere i danni, certamente superiori ai crediti vantati. Il Comune vuole fare il tram, ma seguendo le regole”. Palazzo delle Aquile, che ha escluso possibili anticipazioni bancarie, ha comunque sollecitato il ministero a sbloccare le somme, così come anche il prefetto, e reso noto di aver stanziato tutti i fondi di propria competenza. Un nuovo incontro tra Amat e Sis è stato fissato per lunedì.

“Si valuti la possibilità, dal 24 maggio – dicono i sindacati – di una sospensione temporanea del cantiere di quindici, venti, trenta giorni in attesa che si sviluppi l’iter procedurale per il finanziamento della Regione. Ognuno si assuma le sue responsabilità. Altrimenti avranno 300 persone dietro la porta: la protesta sarà rivolta a tutti i soggetti coinvolti, Comune, Regione e Sis”.

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18 Maggio 2013, 06:15

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