Catania, Trantino: "Sacrificati candidati autorevoli per fedelissimi approssimativi"

Trantino: “Sacrificati candidati per fedelissimi approssimativi”

Una riflessione dell'assessore catanese in merito alla recente composizione delle liste per le Politiche.
L'INTERVENTO
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CATANIA. Un intervento affidato ai social ma che merita, probabilmente, di essere ripreso. L’assessore comunale, in quota dell’ormai ex Diventerà Bellissima, Enrico Trantino interviene sulla composizione delle liste legate alle elezioni politiche: “Si sacrificano personalità autorevoli (ovviamente non faccio riferimento a me, perchè non so se vanti più competenze rispetto a altri o se possa essere considerato “autorevole”) per dare spazio a fedelissimi con profili approssimativi. 
Mi piacerebbe analizzare la questione da una diversa prospettiva. In un momento in cui il Paese soffre – come mai in passato – una mancanza di coesione, con un corpo elettorale che si sente estraneo rispetto a chi li rappresenta, non c’è il rischio di uno scollamento sempre più marcato che dissuada il popolo dal compiere i sacrifici che saranno richiesti? Il mio vicino di casa, perchè dovrebbe adempiere ai doveri che l’ordinamento gli impone (per esempio, la pressione fiscale), se oltre a non poter decidere chi lo debba rappresentare, si vede costretto, con il proprio voto, a consentire l’elezione di parlamentari con curricula deboli che decideranno per suo conto?”.

Per Trantino, il rischio è quello che si stia perpetrando una sorta di “circuito di demotivazione” dell’elettore: “Nascendo abbiamo stipulato un patto sociale. Ma l’ingrediente per pretenderne il rispetto è la ragionevolezza delle decisioni. Se, con il sistema in atto, si consente a pochi di stabilire cosa sia giusto o sbagliato, nella incapacità del maggior numero dei parlamentari di contribuire alle scelte con una dialettica costruttiva, siamo certi si stia rispettando qual contratto? Io temo si stia alimentando un circuito di demotivazione che non incide solo sull’affluenza alle urne, ma sul sentirsi parte di una comunità; sulla disponibilità al sacrificio in nome di una “ragion di Stato”, che sarà avvertita sempre più come “ragion di pochi”. Non intendo ipotizzare soluzioni. Ma so che essere Italiano deve costituire un motivo d’orgoglio; non uno status anagrafico. Io comunque continuerò, come ho sempre fatto nella mia vita, a sostenere il movimento politico in cui credo. Perchè si può essere bravi soldati senza mostrine o gradi”.


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