Trapanesi e catanesi in guerra| Diktat da Palermo: “Niente sangue”

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12 Agosto 2019, 06:02

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PALERMO – I mafiosi trapanesi e quelli palermitani erano pronti alla guerra. Toccò a Giovanni Lauria, capomafia di Licata, fare da paciere su mandato di Bernardo Provenzano.

Giovanni Mugnos, arrestato assieme a Lauria nel blitz di fine luglio che ha colpito il clan mafioso di Licata, ha consegnato alle microspie la ricostruzione di una stagione di fibrillazione.

I tanti omissis piazzati dagli investigatori per coprire le trascrizioni fa intuire che tanto c’è ancora da chiarire. Le intercettazioni dei carabinieri del Ros fanno parte dell’inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo

Mugnos è il depositario di alcuni segreti della recente Cosa Nostra. “… perché nel duemilatré penso… duemiladue… duemilatré… quando si è fermata – spiegava Mugnos – lo sai che… dopo che hanno arrestato a Totò Riina… Palermo si è fermata… si è fermata … e c’era la guerra con i catanesi e i trapanesi… e hanno cominciato a fare un po di sangue loro…omissis…”.

Lauria, boss ottantenne soprannominato “il professore”, aveva ricevuto il delicato incarico da Bernardo Provenzano. Ci fu innanzitutto un incontro con “il catanese”, qualcuno che apparteneva alla famiglia Santapaola: “… hanno visto arrivare a questo con una Jeep… (Giovanni Lauria ai tempi andava in giro con un Nissan Patrol)… e questo il catanese… gli ha fatto il bacia la mano”. Un segno di grande rispetto “mafioso” nei confronti di Lauria.

“… dice mi dovete fare il favore che vi dovete fermare... – queste sarebbero state le parole di Lauria – dice sangue basta più lo zio non vuole… lo zio sarebbe lo zio Binnu… che era fuori… dice …come?… vi dovete fermare… basta più… il sangue deve finire… fermatevi per adesso poi se ne parla…”.

Il “catanese” era perplesso: “… e quello gli faceva professò… noi ci fermiamo e quelli prendono… cansu”. I trapanesi cioè avrebbero conquistato campo. Ed ecco la rassicurazione di Lauria: “… a quelli ci penso io a fermarli dice… tu non ti preoccupare. Nel frattempo quando questi se ne vanno questo di Catania… manda a chiamare uno di Caltanissetta… il professore dice mi è venuto a rimproverare…”.

Dopo Catania Lauria avrebbe fatto tappa nel Trapanese: “Passano due giorni dal martedì al giovedì… il giovedì questo prende la macchina e parte per Castelvetrano… arriva a Castelvetrano arriva dov’è che arriva e… stesse scene di la sotto… ordine dall’alto che vi dovete fermare…”.

Guerra evitata grazia all’intervento di Provenzano e la mediazione di Lauria, l’anziano boss che conosce i segreti di Cosa Nostra e che probabilmente li ha raccontati a Mugnos. Ci sono tanti omissis che ancora devono cadere.

 

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12 Agosto 2019, 06:02

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