19 Maggio 2017, 22:13
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TRAPANI – La scintilla scoppia dopo pochi secondi. Viene letto un comunicato a firma del comitato elettorale di Fazio e dei candidati delle liste a lui collegate: un atto di cortesia verso gli organizzatori di un confronto tra i candidati a sindaco di Trapani, a cui Fazio avrebbe dovuto partecipare, ma il dibattito successivo viene stoppato. “Non siamo qui per parlare di vicende giudiziarie o per sostituirci ai giudici ma per parlare di programmi”, spiega lo speaker dal palco. Giuseppe Marascia, outsider della campagna elettorale di Trapani, non ci sta e squarcia il velo di silenzio sull’indagine ‘Mare Monstrum’ che ha portato all’arresto di Fazio e dell’armatore Ettore Morace a poche ore dalla richiesta di soggiorno obbligato da parte della procura di Palermo nei confronti di un altro candidato sindaco, il senatore di Forza Italia Antonio D’Alì: “Non c’è occasione migliore per parlare di legalità e trasparenza nella pubblica amministrazione – si chiede il candidato del movimento Città a misura d’uomo -, se non è possibile farlo trovo difficoltà a restare”.
Nella sala del seminario vescovile, dove fino a quel momento aveva regnato la cautela di candidati e pubblico, salgono i mugugni: a questo punto Marascia, che prende in prestito le parole del procuratore aggiunto di Palermo Dino Petralia (“Non è un’indagine ma un romanzo criminale della corruzione”), viene stoppato nuovamente dagli organizzatori e abbandona il campo. Piero Savona, candidato sindaco del Pd, prova a farlo desistere ma il ribelle avvocato trapanese non ci sta e lascia l’incontro organizzato dai giovani dell’associazione ‘Trapani per il futuro’.
Poco dopo, a margine di una iniziativa della sua lista civica dall’altra parte della città, il battagliero civilista spiegherà: “Su Trapani è arrivata una montagna di fango e dovremmo stare zitti? Ciò che è accaduto non mi piace, è chiaro, ma mi chiedo perché si sia voluto strozzare il dibattito. Agli uomini di Fazio è stato consentito di leggere un comunicato, con tanto di applauso finale, e non hanno consentito ai candidati di esprimersi su quello che Trapani sta vivendo. Questa città è in ginocchio perché tutta l’Italia è in ginocchio e qui mi chiedono di tacere. E’ rimasto in silenzio anche il candidato del Movimento cinque stelle (Marcello Maltese, ndr), forse ha paura di parlare perché non ha l’autorizzazione da parte del suo capo partito”. Ad ascoltare Marascia nella sede dell’Accademia di Belle Arti Kandinskij c’è anche il sindaco uscente di Trapani, Vito Damiano, che liquida così il terremoto giudiziario che ha scosso la sua città: “La politica non mi interessa”.
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19 Maggio 2017, 22:13