Trapani, blitz anti droga: decine di arresti, c'è la regia mafiosa

Trapani, blitz anti droga: decine di arresti, c’è la regia mafiosa NOMI

Asse con la Calabria. Perqusizioni a tappeto
POLIZIA DI STATO
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C’è un asse della droga fra Reggio Calabria e Trapani. La polizia sta eseguendo decine di arresti e perquisizioni.

Le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, Paolo Guido, hanno ricostruito l’esistenza di due distinte organizzazioni criminali, tra loro collegate, che approvvigionavano e controllavano le piazze di spaccio a Trapani e Marsala.

Il primo gruppo fa capo una nota famiglia criminale trapanese, da tempo egemone in città nella gestione dei traffici di droga.

Un secondo gruppo avrebbe al vertice il figlio di un esponente della famiglia mafiosa di Paceco e un condannato per mafia. Si occupava principalmente di garantire l’approvvigionamento delle sostanze, attraverso la raccolta del denaro, l’organizzazione dei viaggi da e per la Calabria e il mantenimento dei rapporti con soggetti vicini alle ndrine di Rosarno.

Durante le indagini, culminate nel sequestro di oltre 35 chilogrammi di hashish e 5 di cocaina, è emerso che alcuni indagati volessero creare una sorta di “cartello”, in modo da far lievitare il prezzo dello stupefacente e poter così compensare le perdite subite.

Questi i nomi dei trapanesi arrestati che finiscono in carcere: Antonino Beninati, Francesco Beninati, Giuseppe Beninati, Felice Giuseppe Beninati (tutti palermitani), Leonardo Casano, Michael Criscenti, Angelo D’Agostino, Francesco Di Bartolo, Massimo Ferrara, Filippo Giacalone, Gianfranco Gianni, Vincenzo Giganti, Ottavio Monaco, Filippo Raccuglia (palermitano), Francesco Ruggirello, Giuseppe Salerno, Carmelo Schifano, Antonio Tranchida.

Ai domiciliari finiscono invece: Cristian Balistreri, Alessio Castoro, Irene Di Girolamo, Pietro Paolo Marino (palermitano), Domenico Mauro, Vincenzo Mazzola (palermitano), Maria Grazia Pirrotta (palermitano), Giuseppe Prinzivalli, Leonardo Rubino, Salvatore Tranchida.


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