31 Ottobre 2022, 16:03
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PALERMO – Dopo un tira e molla giudiziario alla fine ad un imprenditore trapanese, già condannato per mafia, sono stati restituiti i beni, tra cui un hotel-residence di lusso.
La Corte di Appello di Palermo ha revocato la confisca disposta dal Tribunale di Trapani nel 2014 e nel 2015 nei confronti di Antonino Palmeri, e dei suoi figli, considerati prestanome del padre.
Arrestato nell’ambito del procedimento per la strage di Pizzolungo, in cui la mafia attentò alla vita del giudice Carlo Palermo nel 1985, fu successivamente assolto ma condannato nel 2001 per associazione mafiosa e danneggiamento aggravato. Faceva parte del clan di Castellammare del Golfo.
Fra i beni confiscati e ora restituiti, ci sono il complesso turistico Grotticelli a Scopello (che comprende 12 villette), due società e altri beni immobili e rapporti finanziari, alcuni di provenienza ereditaria, altri acquisiti successivamente con attività. Secondo i giudici sono stati comprati con denaro di provenienza lecita.
Il decreto del tribunale trapanese, confermato dalla corte di appello di Palermo, su ricorso degli avvocati Baldassare Lauria e Laura Ancona era stato annullato dalla Corte di Cassazione una prima volta nel 2019 per difetto di motivazione. Dopo l’ulteriore conferma da parte della corte di appello palermitana, è stato annullato una seconda volta con rinvio per un nuovo giudizio al termine del quale ora la Corte di appello ha revocato ogni capo della confisca e ordinato la restituzione dei beni.
Non ha retto, dunque, la ricostruzione dell’accusa, secondo cui, ”mediante cessioni di rami d’azienda e diversi cambi di gestione delle attività commerciali, i figli dell’imprenditore, pur in presenza di limitate capacità reddituali autonome, avevano negli anni realizzato diversi investimenti, finalizzati anche alla costruzione del complesso turistico sequestrato”.
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31 Ottobre 2022, 16:03