12 Novembre 2014, 16:43
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TRAPANI – Guido Meini è uno dei giocatori ingaggiati in estate dalla famiglia Basciano, per rendere la Lighthouse Trapani una squadra ancor più solida ed esperta, per tentare in questa stagione l’assalto alle posizioni che valgono un posto ai playoff, per dare l’assalto alla promozione in Serie A. Il playmaker della formazione granata, a tre giorni dalla bellissima vittoria nel derby disputato sul parquet di Agrigento, è tornato sulle caratteristiche necessarie per una squadra che ambisce al salto di qualità, facendo capire su cosa sta vertendo il lavoro impostato dal coach Lino Lardo e dal suo staff: “La base è ottima – ha esordito Meini – . Come tutti, abbiamo punti di forza e debolezze, ma l’annata positiva la fanno la continuità e la tenuta mentale. Stiamo lavorando proprio su questo. Per vincere un campionato servono compattezza, per superare gli inevitabili momenti di difficoltà, e disponibilità al sacrificio, per diventare un meccanismo solido nel quale ognuno capisca di essere un fondamentale ingranaggio”.
Inevitabile, per Meini, tornare sui motivi che lo hanno convinto a scegliere Trapani, dopo aver vissuto tante esperienze che hanno lasciato il segno nella sua vita e nella sua carriera: “Ci sono state due motivazioni principali. La prima, essenziale, è stata il progetto che mi è stato presentato. Mi è apparso subito chiaro come la volontà ambiziosa fosse quella di costruire qualcosa di importante. Indipendentemente da quale sia il momento della carriera di un atleta, questo genere di stimoli sono fondamentali per partire con grandi motivazioni. La seconda ragione è che, fin dai primi contatti, il coach e tutta la società mi hanno fatto sentire grande fiducia e una ferma volontà nel coinvolgere proprio me nel progetto granata. Questo alla fine ha fatto la differenza e sono felicissimo della mia scelta”. Prima di arrivare a Trapani, Meini ha ricevuto una lettera strappalacrime dai tifosi di Pistoia: “Per quelli che vivono il basket come me – ha detto Meini – , senza scindere il lavoro dal luogo nel quale si vive, ricevere un attestato di stima e di affetto di questo genere è stata la cosa più bella che possa capitare. Questa lettera ha significato che ciò che ho fatto in campo è arrivato fino a chi veniva a vedere le partite. Di ciò devo dire grazie ai tifosi, ma anche ai miei ex compagni e alla società, perché se si riesce a compattare così tanto un ambiente e a creare un’empatia così profonda tra campo e spalti vuol dire che tutti hanno fatto un grande lavoro”.
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12 Novembre 2014, 16:43