Trapani, Ong a processo: 'Taxi del mare per soccorso migranti' - Live Sicilia

Trapani, Ong a processo: “Taxi del mare per soccorrere i migranti”

Sedici gli indagati. L'accusa è di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina

La Procura di Trapani insiste sulla tesi che alcune navi delle Ong nel tempo hanno operato come taxi del mare nel soccorso dei migranti messi in mare dai libici, trafficanti di uomini. Il prossimo 21 maggio il gup giudice Samuele Corso ha fissato l’udienza preliminare per decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e altri reati come il falso che riguarda sedici indagati, tutti componenti di equipaggi di imbarcazione Ong, Juventa, Vos Hestia, Vos Prudence e tre società, per illeciti amministrativi, una di noleggio navi, la Vroon Offshore service, e due Ong, “Medici senza Frontiere” e “Save the Children”. L’accusa è documentata da informative dello Sco, il Servizio centrale operativo del Viminale, la Squadra Mobile di Trapani e del Nucleo Speciale di Intervento della Guardia Costiera. La sostanza dell’accusa quella che gli equipaggi avrebbero concordato gli “appuntamenti in mare” con le barche dei trafficanti prendendo a bordo i migranti come se si trattasse di operazioni di salvataggio. Monitorati i soccorsi tra il 2016 e il 2017, una ventina in tutto.

Come nasce l’indagine

Una indagine clamorosa, esplosa nel 2017 con il sequestro della nave Juventa della “Jugend Rettet”, ancora ormeggiata per il sequestro nel porto di Trapani, che ha messo sotto accusa il soccorso di donne, uomini e bambini, sfuggiti a guerre e carestie per ritrovarsi prigioni nelle Saf House libiche. I magistrati, pm Sardoni e Mucaria, hanno dovuto “depurare” le carte processuali da intercettazioni che non potevano essere condotte, come quelle che hanno riguardato giornalisti e avvocati, anche se il ministro Cartabia rispondendo alle interrogazioni parlamentari, presentate dopo l’emergere delle trascrizioni, ha escluso illecite condotte da parte dell’ufficio, all’esito dell’ispezione disposta presso l’ufficio inquirente. Gli atti sono stati tradotti in diverse lingue, a secondo delle nazionalità degli indagati. I pm sostengono che equipaggi e Ong finiti sotto inchiesta hanno agevolato il traffico di esseri umani e aiutato i “mercanti”, soccorsi radiocomandati e decisi con i trafficanti, scafisti a bordo delle Ong, scambi di telefonate e transponder spenti per impedire le localizzazioni, barche riconsegnate alle organizzazioni criminali. Ma certamente, e lo dicono gli stessi pm, nessuno scambio di denaro tra equipaggi e trafficanti. Resta però , in attesa del giudizio, la criminalizzazione delle Ong. Circostanza sulla quale, Lega in testa, e esponenti della destra, ne hanno approfittato per attaccare le migrazioni, tacendo invece su una rete criminale internazionale che ha mandato a morire in mare decine di migliaia di migranti. Finendo poi col tacere quando è emerso che alcuni degli “informatori” infiltrati a bordo delle Ong avevano stretti alcuni patti, come ad esempio quello ammesso dalla “talpa”, l’agente, Pietro Gallo col leghista Salvini.
Gli indagati. Gli equipaggi della “Juventa” della “Jugend Rettet”, Martin Troeder, Agha Mohamad Dariush Beigui, Sascha Girke, Katrin Schmidt. Gli equipaggi della “Vos Hestia” di “Save the Children”, Marco Amato, Emilio Alonso Morgui, Giuseppe Russo, Cristina Moyes, Rino Russo, Romain Lasjuilliaras. Gi equipaggi della “Vos Prudence”, di “Medici senza Frontiere”, Maurizio Catania, Matthias Kennes, Tommaso Fabbri, Michele Trainiti, Ignazino Arena, Stephan Van Diest.

La richiesta di rinvio a giudizio

Nella richiesta di rinvio a giudizio si indicano poi alcuni indagati che frattanto sono stati separatamente giudicati. Si tratta dei dirigenti della Vroon Offshore service, a proposito degli illeciti nel noleggio della Vos Prudence. Andrea Cavo, Marco Gianardi, Cristiano Vattuone, Guido Scaiola, Giulio Torre.
Rispetto all’indagine, “Save the children” ribadisce: «Siamo fiduciosi che l’intera vicenda, non appena tutti i fatti saranno stati adeguatamente rappresentati e considerati, potrà essere chiarita confermando la correttezza del nostro operato». Le Ong intanto sono pronte a dar battaglia anche fuori dall’aula giudiziaria. Diverse associazioni stanno organizzando un sit in per il 21 maggio davanti al Tribunale, in coincidenza dell’avvio dell’udienza preliminare.


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