Il trapianto e il bisogno di soldi| Stangata per il “macellaio-usuraio”

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15 Maggio 2017, 18:34

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PALERMO – “Non ho mai hai visto una persona così crudele, picchiava mio figlio… lo pregavo di allontanarsi… mi ha distrutto la famiglia”, disse un’anziana madre in aula a pochi metri dall’uomo che le avrebbe tolto la serenità. Quell’uomo, Roberto Bruno, è stato condannato a dieci anni e quattro mesi di carcere per usura.

Poche migliaia di euro schizzati a quota quarantamila per colpa, così ha ricostruito il pubblico ministero Gaspare Spedale, di interessi del 15 per cento mensili. C’è di più. Secondo i parenti della vittima le sue difficoltà economiche sarebbero legate ad un difficile momento della vita, segnata dalla morte del padre e dalla scelta, con le inevitabili conseguenze, di donare parte del fegato alla sorella. Ed è proprio prima di eseguire un controllo all’Ismett, all’esterno della struttura sanitaria per i trapianti, che sarebbe avvenuta l’aggressione. Così ha raccontato la sorella della vittima: “Bruno è andato fino all’Ismett. Voleva i soldi degli assegni, mi ha chiamato mia madre… calci, pugni… mia madre lo supplicava di lasciarlo stare… gli ha strappato la camicia… gli ha detto ti spacco il cuore”.

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La vittima, che oggi ha cambiato città e lavoro, si è costituita parte civile con l’assistenza dell’avvocato Salvatore Gambino e oggi ha ottenuto un risarcimento danni provvisorio di ventimila euro. Tremila la cifra ottenuta dall’altra parte civile, assistita dall’avvocato Elisabetta Billitteri.

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15 Maggio 2017, 18:34

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