Trasporti turistici, operatori sul piede di guerra: "Aiuti o scioperiamo" - Live Sicilia

Trasporti turistici, operatori sul piede di guerra: “Aiuti o scioperiamo”

Il Covid insidia autobus e Ncc. Reginella, di Bus Turistici 2020: "La maggior parte di noi non arriverà alla primavera"

PALERMO – Se nei prossimi cinque giorni non si troveranno accordi col governo per alleggerire i danni dell’emergenza Covid, il 28 ottobre si fermeranno gli autobus turistici ma anche le auto e i natanti con conducenti. A renderlo noto sono le associazioni di categoria del settore, che proclamano lo stato di agitazione sindacale e annunciano l’intenzione di indire una manifestazione nazionale in tutte le città capoluogo di regione. Le motivazioni dello stato di agitazione sono contenute in una nota rivolta al presidente del consiglio Giuseppe Conte e a diversi ministri dell’esecutivo nazionale, ma anche all’Anci, ai prefetti, ai questori e ai presidenti delle Regioni.

Nella nota si legge una lunga lista di aderenti, anche siciliani: Fai Tp, Anitrav, Fia Federvarie Confindustria, Associazione Uniti per l’Italia, Fincc, Associazione Ncc Italia, Anc, Emet, Llp, Federncc Roma Confcommercio, Sindacato Fiumicino, Asincc, Abt 2020 Sicilia, Anat, Tutela Ncc, Fion, Assobus, Comitato Air, Azione Ncc, Bus Condiviso, Anstra, Acncc, Abt Bus 2020 e Federnoleggio Confesercenti.

Le associazioni rilevano che l’adozione di misure drastiche per limitare i contagi “ha prodotto immediatamente la totale cancellazione delle prenotazioni di gite scolastiche, congressi, viaggi culturali, escursioni crocieristiche e spostamenti in genere”. Tutte attività che comunque, viene fatto presente nel comunicato, “non rientravano tra quelle sospese dai vari decreti che si sono susseguiti dall’inizio di marzo a oggi ma venivano lasciate aperte perché considerate essenziali. In questo frangente le aziende si sono ritrovate sulla carta attive ma, di fatto, sono state fermate dalla totale mancanza di utenza”. Per autobus, auto e natanti con conducente non c’è stato nulla da fare nemmeno quando il numero di positivi è tornato a calare: “Quella timidissima ripresa è stata stroncata dal risalire della curva dei contagi che ha fatto scaturire ulteriori provvedimenti restrittivi”.

Una crisi trasversale che non risparmia la Sicilia: “Finora abbiamo avuto il nulla assoluto – commenta Maurizio Reginella, presidente dell’associazione Bus Turistici 2020 –. Aspettavamo dalla Regione il fondo perduto attraverso un bando europeo e invece si va verso l’ennesimo rinvio”. Reginella sottolinea che la categoria in realtà è ferma da novembre 2019 con un calo del fatturato del 90 per cento, perché le aziende di autobus e noleggio con conducente contano soprattutto su contratti stagionali legati al turismo e alle gite scolastiche. “Di conseguenza si rischia che la maggior parte di queste aziende non arriverà alla prossima primavera – avvisa il presidente dell’associazione –. Per questo ci siamo visti costretti a proclamare lo stato di agitazione che potrebbe procedere anche in una manifestazione in strada”.

Gli autori della nota congiunta fanno presente di aver inoltrato diverse richieste d’aiuto al governo nazionale, “invocando provvedimenti che avrebbero potuto in qualche modo salvare imprenditori e dipendenti dal baratro”, ma osservano che “le richieste purtroppo non hanno mai avuto riscontro né prodotto nessun incontro”. Le associazioni di categoria sottolineano che la peculiarità del comparto “è la totale dipendenza dai flussi turistici”; viene però constatato che i ministeri del Turismo e dei Trasporti “tengono gli occhi puntati sui soli servizi di trasporto pubblico locale, che svolgono attività completamente diverse se pur aventi lo stesso codice Ateco (che identifica settore e categoria econonomici di appartenenza, ndr). Si parla di affiancamento al trasporto pubblico locale, ma fino a oggi tale misura non è mai stata messa in atto”.

“L’esasperazione dovuta alla mancanza di attenzione da parte del governo ci induce, nostro malgrado, a invocare il diritto di manifestare – concludono – affinché si possa avere la giusta attenzione per evitare default e licenziamenti in massa, ma soprattutto perché le associazioni non riescono più a gestire le iniziative di protesta di una base ormai stanca”.


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