16 Agosto 2018, 17:07
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CATANIA. L’intervento fattoci pervenire dal commissario straordinario della Fonazione Oda, Adolfo Landi.
“Abbiamo letto con vero stupore, sulla stampa e sui social, le dichiarazioni dell’assessore comunale al Welfare, Giuseppe Lombardo. Spiace a tal proposito, non avendo l’ODA alcun intento polemico nei confronti dell’attuale Giunta cittadina, essere costretti a intervenire per ristabilire, soprattutto nei confronti degli assistiti, la corretta informazione. Informazione che, dobbiamo arguire, non è stata ben evidenziata all’assessore”. Lo afferma il Commissario straordinario della Fondazione ODA, Adolfo Landi. “Non risponde al vero che l’ODA si sia tirata indietro, adducendo pretesti inutili e senza alcun preavviso. La Fondazione ha segnalato al Comune di Catania le criticità esistenti con note del 20/10/2017, 13/04/2018 e 19/06/2018, non ricevendo alcuna risposta. Solo dopo diversi mesi di inutile attesa è stata quindi assunta la decisione della sospensione del servizio per i 109 utenti semiconvittori che fino a giugno ne hanno usufruito. Una decisione peraltro presa non a cuor leggero, bensì obbligata, considerata l’attuale fase di vita dell’ODA”.
Il Commissario pone l’accento proprio sull’attuale fase di risanamento, che vede impegnata l’attuale governance. “È bene, infatti, ricordare che la Fondazione è notoriamente impegnata in una importante e non rinviabile attività di risanamento, in assenza del quale essa, che – è bene dirlo – per propria natura non ricerca né distribuisce utili, non potrebbe proseguire la propria opera, con la conseguente cessazione di tutti i servizi erogati a favore di oltre 1500 assistiti. A loro abbiamo il dovere di assicurare il mantenimento di livelli ottimali dei servizi forniti, così come la salvaguardia di 500 posti di lavoro”. “Come abbiamo provato a spiegare al Comune fin dall’ottobre del 2017 – prosegue l’avv. Landi -, l’ODA non può sostenere attività in forte perdita come il servizio di trasporto che, alle condizioni dettate dalla vecchia convenzione, ripagava appena il 40 per cento del costo sostenuto. È, quindi, del tutto evidente che non si possa parlare di tardiva presa di coscienza della diseconomicità di una convenzione scaduta da anni. Per la Fondazione si tratta, piuttosto, di una decisione sofferta ma obbligata dalla mancanza di risposta. Decisione altrimenti evitabile, qualora vi fossero stati congrui margini temporali di interlocuzione con l’amministrazione comunale vigente”.
“È, infine, improprio – conclude Adolfo Landi – parlare di ‘emergenza’, così come la definisce l’assessore Lombardo. Ci troviamo, piuttosto, di fronte al risultato della mancata presa in carico, in tempo utile, del problema da parte dell’amministrazione comunale (in verità, per lo più, da quella precedente), a fronte di una precisa e tempestiva segnalazione della Fondazione. Ciò del resto è dimostrato anche dal fatto che, di fronte alle segnalazioni dell’ODA, altre amministrazioni comunali, nelle identiche condizioni, hanno approntato soluzioni alternative che hanno permesso di non lasciare indietro nessuno. Abbiamo, invece, atteso, con senso di responsabilità, che il Comune di Catania aprisse un canale di interlocuzione fin quando abbiamo potuto e senza avere alcun obbligo di farlo: la Fondazione è un semplice prestatore di servizi e, come tale, non può avere alcun obbligo per legge di erogazione di un servizio che spetta invece alla pubblica amministrazione, la quale non può certo pretendere che chi svolge il servizio operi con una convenzione in forte perdita peraltro scaduta da anni. In conclusione, atteso che comunque l’ODA, pur con le premesse di cui sopra, si è resa disponibile concretamente ad agevolare l’erogazione del servizio mettendo a disposizione proprie risorse, ci auguriamo che, alla luce di queste precisazioni e nella spirito di leale collaborazione, ciascuno si assuma le proprie responsabilità e possano al più presto, in un clima scevro da sterili polemiche, essere messe in campo soluzioni utili a dare risposta al vero e solo problema esistente: assicurare il servizio di trasporto a chi ne ha diritto per legge”.
Puntuale ci perviene la controreplica dell’assessore comunale al Welfare, Giuseppe Lombardo. “La mancata presa in carico – spiega l’assessore – della questione trasporto disabili presso l’ODA in tempi utili”, come afferma il commissario Avv. Landi, interessa un assessore che si è formalmente insediato presso l’assessorato servizi sociali il 12 luglio, ossia dopo undici giorni dalla sospensione del servizio, e che ha pubblicato l’avviso di manifestazione di interesse il 25 luglio con scadenza 10 agosto, al fine dell’affidamento del servizio del trasporto presso l’ODA (confidando nella ripresa del servizio nei primi giorni di settembre)”.
“13 giorni sono trascorsi – dice ancora l’assessore Lombardo – per tentare tutte le strade del dialogo, compresa quella più razionale e praticabile, cioè la ripresa del servizio a carico dell’ODA con un impegno preciso da parte mia di mettere in campo una nuova convenzione entro la fine dell’anno che prevedesse tariffe aggiornate e adeguate alle attuali condizioni di mercato”.
“Sembra alquanto singolare che il percorso di risanamento delle casse di un’organizzazione diocesana debba passare attraverso il taglio netto di un servizio offerto, dietro retribuzione a carico del Comune, alla categoria di soggetti più indifesi e abbisognevoli di assistenza, quali i disabili”.
“La richiesta da parte dell’avv. Landi di aumento immediato della tariffa giornaliera a 22 euro per ogni disabile trasportato – precisa ancora l’assessore – mi è sembrata spropositata (soprattutto se comparata con quella applicata nelle grandi città metropolitane) e inattuabile per due ordini di ragioni: il servizio si svolge nel regime di una convenzione scaduta ma prorogata ogni anno con una tariffa di 12 euro circa, quindi sarebbe occorsa una nuova convenzione non stipulabile in tempi brevi in quanto necessitante di un passaggio nel consiglio comunale ancora non insediato; sarebbe stata una forzatura per le attuali casse comunali povere, e soprattutto si sarebbe configurato un trattamento impari e oltraggioso nei riguardi degli altri centri di riabilitazione che assistono 240 disabili con il servizio del trasporto incontrando le medesime difficoltà denunciate dall’ODA”.
“Ho inteso chiarire alcuni passaggi per restituire ai fatti di questi giorni una verità che deve essere conosciuta dalle famiglie, parte debole di questo braccio di ferro, che -è il mio sommo auspicio- deve cessare in nome di una interlocuzione forte basata su una seria e responsabile considerazione degli interessi precipui degli assistiti”, conclude l’assessore.
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16 Agosto 2018, 17:07