L’inchiesta sulla tratta dei bambini | Arrestato in Spagna il “capo” della banda

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26 Marzo 2014, 18:04

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PALERMO – Lo hanno bloccato in Spagna. Raggiunto da un mandato di cattura europeo, non appena ha messo il naso fuori da uno stato come la Norvegia che aveva negato l’arresto. Nei prossimi giorni arriverà in Italia Martin Waage, ex militare ed ex paramedico norvegese, accusato di essere la mente di un’organizzazione criminale che, in cambio di centinaia di migliaia di euro, rapiva minori contesi per restituirli ai genitori ai quali erano stata sottratti in genere dal coniuge. A ottobre scorso l’indagine condotta dal pubblico ministero di Palermo Calogero Ferrara aveva portato in carcere quattro persone tra cui l’ucraina Larysa Moskalenko, 50 anni e una medaglia di bronzo nelle gare di vela alle Olimpiadi di Seul del 1988.

La Moskalenko avrebbe fornito appoggio logistico e mezzi all’organizzazione internazionale che avrebbe rapito bambini contesi fra coppie di genitori separati. Laddove i tribunali e la burocrazia tardavano a fare il loro corso lì avrebbe trovato terreno fertile l’organizzazione. La Sicilia era una terra di passaggio per i piccoli che sarebbero stati rapiti nel Maghreb e trasferiti nei paesi scandivano dove c’erano genitori disposti a tutto e a pagare grosse somme di denaro pur di riabbracciare i propri figli. La Moskalenko, nata in Ucraina, ma da tempo trapiantata in Sicilia, si sarebbe prodigata per mettere a disposizione dell’organizzazione barche potenti e veloci – è titolare della società di charteraggio Sicily rent boat – ma anche manovalanza e persino armi. Nessuna irregolarità, ha sempre sostenuto la donna, tirando in ballo l’Interpol e le istituzioni dei paesi dove sono stati “consegnati” i bambini. Dunque, l’organizzazione sarebbe stata in possesso di salvacondotti riconosciuti da autorità politiche e di polizia internazionali. E’ la stessa stesi sostenuta da Martin Wage, il leader dell’organizzazione Abp World che pubblicizzava i suoi servizi su internet.

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La Moskalenko era stata intercettata dai carabinieri il 5 ottobre 2012 mentre spiegava ad un’amica, in un italiano stentato, “che praticamente vabbè ti dico come segreto… ci hanno rubato un bambino e ne abbiamo… riportato indietro… quindi siamo molto… e qui… e con la mie barche, capito?… riportato, quindi io sono diciamo partecipante…”. Scavando i militari della compagnia di Carini e del Gruppo Palermo, guidati dal colonnello Enrico Scandone, scoprono i contatti fra la donna el l’agenzia di Waage.

 

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26 Marzo 2014, 18:04

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