Cronaca

Tenne i soldi, ma non è peculato| Albergatore riottiene 50mila euro

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22 Settembre 2020, 05:13

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PALERMO – Il ricorso della Procura è stato respinto. Confermata la restituzione di circa 50 mila euro dissequestrati al titolare di uno fra i più noti alberghi di Palermo, indagato per non avere versato la tassa di soggiorno al Comune.

A deciderlo è stato il Tribunale del Riesame presieduto da Antonia Pappalardo, che ha condiviso la decisione del giudice per le indagini preliminari Piergiorgio Morosini.

Alla base della decisione c’è il “Decreto rilancio” voluto nei mesi scorsi dal governo nazionale per contenere le devastanti ricadute economiche del Coronavirus. Chi trattiene i soldi della tassa di soggiorno pagata dai turisti e non li versa al Comune non commette più reato di peculato, ma commette un illecito amministrativo.

Questo perché sono venute venute meno tanto la qualifica di incaricato di pubblico servizio del soggetto attivo, quanto la natura pubblica dell’oggetto materiale del reato, con inevitabile ricaduta sul disvalore della condotta.ù

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Secondo il Gip Morosini, che aveva accolto l’istanza di dissequestro avanzata dal legale della difesa, l’avvocato Francesca Russo, è venuto meno il titolo di reato e così lo scorso agosto ha deciso di restituire la somma.

“Il chiaro riferimento a sanzioni di natura non penale denota l’intenzione del legislatore di depenalizzare la condotta e sostenere gli albergatori – aveva scritto il giudice – che versano in difficoltà a causa della pandemia per i quali è apparsa eccessiva sproporzionata la pena della reclusione fino a 10 anni e sei mesi di reclusione e la possibilità di sequestro e confisca”.

Non è convinto il pm Andrea Fusco che ha fatto appello ritenendo che non ci si trovasse innanzi a un’abolizione del reato retroattiva (il mancato versamento è iniziato nel 2015). Il Riesame, però, ha respinto il ricorso e dato ragione ancora una volta all’avvocato Russo. Non si conoscono ancora le motivazioni.

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22 Settembre 2020, 05:13

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