Nel suo consueto spazio all’interno di “Servizio Pubblico”, Marco Travaglio scrive una lettera a Eugenio Scalfari che, due estati fa, attaccò Nino Di Matteo, il pm della Trattativa Stato-mafia. “Cosa impedisce a lei e a Napolitano – chiede il giornalista – di citare Di Matteo per nome e cognome? Il dubbio è che per voi Di Matteo sia innominabile perché osò intercettare Mancino e incappò nelle telefonate con Napolitano. Caro Scalfari, perché non usa la sua influenza per dire a Napolitano di correre a Palermo e testimoniare?”. Il vicedirettore de “Il Fatto Quotidiano” ricorda quindi le occasioni in cui Scalfari, dalle colonne di Repubblica, criticò un capo di Stato: “Lei chiese la perizia psichiatrica a Cossiga, perchè faceva politica dal Colle”. “Caro Scalfari, è Natale -conclude Travaglio – Sarebbe bellissimo se lei convincesse Napolitano a inviare un messaggio a Di Matteo“.
Il vicedirettore de "Il Fatto Quotidiano" si interroga sul perchè Scalfari e Napolitano si guardino bene dal pronunciare il nome di Nino Di Matteo, il pm della Trattativa Stato-mafia.
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