19 Gennaio 2010, 19:28
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Raffaele Lombardo fa esempi molto chiari. Se l’Ars affossasse il bilancio o un’altra legge fondamentale per la linea del governo, a lui non resterebbe che tirare le somme e togliere il disturbo. Viceversa, il governatore resta al suo posto, “non a scaldare la poltrona” ma a “realizzare degli obiettivi” e dovrà essere la maggioranza dei parlamentari, se vorrà mandarlo a casa, a dimettersi. Il governo, spiega Lombardo in una video intervista a livesicilia, si pone tre grandi obiettivi legislativi da realizzare nell’arco di tre mesi: la legge sulla casa, l’intervento sul sistema rifiuti e la semplificazione della burocrazia. Tre provvedimenti che “hanno i numeri per passare” e che “sono aperti a ogni contributo”. E poi, certo, bilancio e Finanziaria. Che possono essere licenziati entro marzo, dice il governatore. Quanto ai rapporti con gli alleati di ieri e di oggi e in particolare con il centrodestra con cui le distanze si fanno ogni giorno più ampie, Lombardo osserva che “l’Mpa non è sposato, ma solo fidanzato”. Niente “indissolubilità del vincolo”, insomma, ma alleanze che nascono da “convergenze”. E di fronte a un Pdl “che non mantiene le promesse verso il Sud”, gli autonomisti si avvicinano, almeno in Sicilia, sempre più al Pd.
Presidente, lasciando perdere il “politichese”, può individuare tre cose fondamentali che il suo governo intende da subito?
“Sì, se parliamo dell’impegno legislativo. Perchè al di fuori di questo le cose che dovrà fare e che farà sono trecento, basta pensare ai bandi che non passano nemmeno dalla giunta. Non ci sarà bisogno di leggi, per esempio, per l’avvio a regime dell’impiego dei fondi strutturali o per provvedimenti anche di emergenza per il settore agricolo in ginocchio. Dal punto di vista legislativo gli interventi principali sono tre. C’è la legge sulla casa, per il rilancio dell’edilizia, che domani dovrebbe essere licenziata dala commissione, per la quale siamo aperti a qualunque contributo. Poi c’è l’intervento sull’emergenza rifiuti. La responsabilità torna ai sindaci, dopo l’esperienza negativa degli Ato. Molta raccolta differenziata, compostaggio e impianti per bruciare quello che resta. Che non saranno i due miloni e 700 mila tonnellate previsti nel folle piano che ho messo da parte. E infine c’è la semplificazione della burocrazia: meno lacci e meno leggi. Questi interventi si possono fare in tre mesi, tre mesi e mezzo. E poi ci sono il bilancio e la Finanziaria: l’obiettivo è chiudere per marzo. Un’Assemblea che si rispetti può fare tutto in quattro settimane”.
A che punto siamo con la programmazione europea? Che tempi prevedete per immettere in sistema queste somme, fondamentali in un periodo di crisi?
“L’obiettivo è mettere tutti i fondi in movimento. Anche perchè non abbiamo rimandato indietro mezzo euro”.
La situazione dello stabilimento Fiat di Termini è tutt’altro che rosea. Che cosa chiede la regione alla Fiat?
“Se il governo nazionale terrà, la Fiat non potrà che modificare il suo punto di vista. Altrimenti, ceda lo stabilimento. Se è vero che a Termini perdono mille euro a macchina, allora evitino di perdere 50 milioni all’anno e cedano lo stabilimento a una cifra simbolica. Non capisco però perchè la Fiat resta aperta a Pomigliano, apre nel Torinese, tiene in piedi Jesi, il tutto malgrado cali di produzione impressionanti, e chiude qui. Si sono lamentati di impegni non rispettati dai governi del passato. Ma noi lo abbiamo detto: 350 milioni ve li diamo. E lo abbiamo fatto con un’apposita delibera di giunta”.
Andiamo ai rapporti con le altre forze politiche in Assemblea. L’Udc dice di voler ripresentare la mozione contro l’assessore Gateano Armao. Cosa è cambiato oggi rispetto a un mese e mezzo fa?
“Non è cambiato niente. Armao non è socio occulto della Falck. E non ha nessun conflitto di interesse. Chi parla è in malafede”.
Non solo a Palermo, ma anche a Roma, l’Mpa prende sempre più le distanze dal Pdl. Il suo partito è ancora parte del centrodestra, se lo è mai stato?
“Chi ha assunto posizioni diverse non è l’Mpa ma chi, come il Pdl, avendo sottoscritto degli impegni di sostegno nei confronti del Sud, non li ha mantenuti. Se avessimo gli 80 parlamentari della Lega gli faremmo ballare la samba. L’Mpa si è limitatioa non votare la Finanziaria, senza nemmeno dare un voto di sfiducia”.
Questo può preludere per il futuro a nuove geometrie politiche, con alleanze diverse, magari con il centrosinistra?
“L’Mpa non è sposato, è soltanto fidanzato. Non c’è l’indissolubilità del matrimonio o dell’alleanza. Se c’è una convergenza politica, quella è l’alleanza”.
Ritiene che questo sarà un governo di legislatura, o una volta fatte quelle cose che ha individuato nel suo discorso programmatico quest’esperienza si concluderà?
“Per quanto mi riguarda, io resto per realizzare degli obiettivi, non per scaldare la poltrona Avrei potuto governare la Regione da un superattico romano di trenta vani in videoconferenza. Invece sono qua. Se ci sono le condizioni per il cambiamento, allora si avanti. In caso contrario, un minuto dopo finisce il mio mandato, non cedo a compromessi”.
Cosa intende dire? Che se le condizioni non ci sono lei è pronto a fare un passo indietro, o come ha detto in passato devono essere i deputati a dimettersi per far sciogliere l’Ars?
“Le due cose camminano di pari passo. Se l’Assemblea votasse contro il bilancio o contro una legge di fondamentale importanza sulla quale c’è una posizione del governo, per esempio se sui rifiuti si torna all’antico, è chiaro che io non ci sto. Idem per il risanamento del bilancio: non potevo consentire che si andasse avanti con bilanci falsi e truffaldini”.
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