24 Maggio 2020, 12:31
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PALERMO – “Giustizia per Paolo”. E’ questa la scritta su decine di lenzuoli bianchi che da tappezzano Cinisi e Terrasini, i due paesi del Palermitano che da febbraio condividono il dolore per la morte di Paolo La Rosa, ucciso nei pressi di un locale notturno. Gli striscioni, già apparsi nelle due cittadine dopo il delitto, sono tornati su balconi, strade e terrazze per chiedere a gran voce che si continui ad indagare su ciò che è successo quella notte a pochi metri dalla piazza di Terrasini, quando il giovane fu accoltellato a morte.
Per il suo omicidio i carabinieri hanno arrestato Alberto Pietro Mulè, 20 anni, mentre il cugino Filippo Mulè è indagato per favoreggiamento. Anche per lui è scattato l’arresto, ma per il tentato omicidio di un altro ragazzo accoltellato a settembre: la vittima non aveva denunciato. Oggi, a tre mesi dal delitto, amici e familiari fanno di nuovo sentire la propria voce, chiedendo a tutta la cittadinanza di esser euniti per chiedere che si fatta giustizia.
“Domenica 24 maggio – ha scritto Maria Grazia Lo Cricchio sui social negli scorsi giorni – saranno tre mesi che mio nipote Paolo non è più con noi, che non possiamo più sentire la sua voce se non in registrazioni passate. Tre mesi che hanno spezzato il corso della sua e della nostra vita. In questa occasione chiediamo a chi ancora non lo ha fatto di appendere un cartello, un lenzuolo, uno striscione con la scritta #giustiziaperpaolo. Perché quello che ti è stato fatto non si può accettare, perché non possiamo e non dobbiamo dimenticare, perché giustizia, ma quella vera, sia fatta e noi non molleremo mai”. Domani alle 18, sarà inoltre celebrata una messa in ricordo di Paolo presso la chiesa Redemptoris Mater di Piano Peri a Cinisi.
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24 Maggio 2020, 12:31