Trema la malavita di Librino| Si pente Davide Seminara

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02 Dicembre 2014, 14:37

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CATANIA – Ha deciso di vuotare il sacco e di raccontare quello che sa sulla spartizione del potere mafioso nella roccaforte di Librino. Davide Seminara, appartenente alla cosca Santapaola, è il nuovo collaboratore di giustizia “gestito” dai magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di Catania guidata dal procuratore Giovanni Salvi. Le sue dichiarazioni potrebbero dare una svolta importante al dibattimento del processo Fiori Bianchi, che vede alla sbarra i vertici di Cosa Nostra catanese. La maxi retata dei carabinieri nel febbraio 2013 smantellò il cuore dell’organizzazione criminale, colpendo i vertici dei gruppi che avevano il controllo di interi quartieri catanesi e città dell’hinterland.

I suoi verbali sono stati depositati negli atti del procedimento Fiori Bianchi che si svolge con il rito ordinario. Non è stata accolta dal Gip invece l’acquisizione nel rito abbreviato in quanto, dopo l’opposizione di diversi difensori, il Giudice ha ritenuto tardiva la richiesta del pm. La sentenza relativa al rito abbreviato arriverà, infatti, entro il mese di dicembre.

Davide Seminara è entrato nel carcere di Bicocca il 31 gennaio 2013, quando fu destinatario di un provvedimento di fermo insieme ad altri 5 santapaoliani accusati di estorsione aggravata dal metodo mafioso ai danni di un titolare di un bar di Librino. A inchiodare i sei estortori era stato Santo La Causa, ex reggente della Cosca. La Causa da quando è collaboratore di giustizia ha svelato nomi, geografie, poteri, affari e alleanze di cosa nostra catanese. Davide Seminara, inserito nella malavita di Librino, potrebbe offrire agli investigatori elementi utili per infliggere un altro duro colpo alla criminalità organizzata che orbita tra i palazzoni e gli stradoni della città satellite.

Seminara ha iniziato a collaborare con la giustizia a settembre e, in appena tre mesi, le sue parole hanno già portato a mettere a segno importanti risultati investigativi su traffico di armi e spaccio di droga a Librino, feudo storico dei Santapaola Ercolano.

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Secondo l’ultima relazione della Dia il controllo degli stradoni di Librino è diviso tra i Santapaola Ercolano e i Cursoti Milanesi. Le ultime indagini dei Carabinieri portano ad evidenziare anche la presenza dei Cappello, che avrebbero però firmato una sorta di pax mafiosa con i Santapaola, regnanti indiscussi del quartiere. I palazzoni della città satellite, la conformazione urbana, le pianure di cemento rappresentano un terreno fertile per il crimine. Librino: deposito di armi e fiorente piazza di spaccio. Gli ultimi blitz dei carabinieri ne sono la prova: i gruppi che operano nella zona sono armati fino ai denti. La loro potenza di fuoco è notevole.

Nella storia della malavita di Librino, e precisamente nel controllo dello spaccio e del traffico di droga, spiccano due famiglie: gli Arena e i Nizza. In un primo momento i due gruppi erano sotto “la cupola” dei Santapaola. Ma le tensioni non tardano ad arrivare, c’è chi vuole la supremazia sull’altro: per evitare uno scontro aperto alla fine del 2007 si svolge un summit che ha come oggetto la risoluzione dei contrasti tra gli Arena e i Nizza. I Santapaola si schiereranno con i Nizza, determinando il transito degli Arena nel clan degli Sciuto Tigna.  Nel processo Stella Polare, Santo La Causa racconta del battesimo come uomini d’onore dei Santapaola dei fratelli Daniele e Fabrizio Nizza, avvenuto in un appartamento di San Giovanni Galermo nel 2007. Gli Arena nel corso degli anni hanno perso sempre più potere soprattutto con l’arresto del superlatitante e capofamiglia Giovanni Arena. Un momento di disequilibrio di cui avrebbero approfittato i Santapaola e le altre organizzazioni criminali.

Con i tanti blitz la mafia si è riorganizzata e il nuovo collaboratore Daniele Seminara potrebbe fornire agli investigatori e ai magistrati elementi utili a “schiacciare” questi nuovi assetti.

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02 Dicembre 2014, 14:37

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