Tremano i poteri forti |Il ritorno a Catania di Puleio - Live Sicilia

Tremano i poteri forti |Il ritorno a Catania di Puleio

Il Pm del processo Garibaldi e delle grandi gare d'appalto è di nuovo nel Palazzo di Giustizia di Catania.

CATANIA – In un angolo della sua stanza ci sono ancora alcuni pacchi da svuotare ma il lavoro per Francesco Puleio, nuovo procuratore aggiunto di Catania, è già partito a ritmi serrati. Tra una telefonata e una visita di un sostituto nel suo ufficio il magistrato catanese riesce a ritagliare dieci minuti per una breve intervista. Per Puleio questo nuovo incarico è un “ritorno a casa”. E’ il proseguimento di “un percorso di formazione professionale e personale – racconta – iniziato ormai trent’anni fa visto che sono entrato in magistratura nel 1986. La mia esperienza si è svolta per buona parte nell’ufficio di Catania, per venti anni sono stato sostituto con compiti in materia di indagini antimafia, di criminalità organizzata, di antiterrorismo e di pubblica amministrazione. Poi ho svolto un’attività tra Modica, Ragusa e Caltagirone che sono realtà diverse rispetto a Catania ma che comunque consentono di incidere notevolmente sul livello delle condizioni di vita della collettività. Sono uffici che svolgono lavori molto importanti e che non vanno trascurati”. Il nuovo incarico è un doppio ritorno a casa: “Dal punto di vista personale c’è stato sicuramente un avvicinamento e un miglioramento della qualità della vita – spiega Puleio – e dal punto di vista professionale è un’esperienza ulteriore perché all’attività di sostituto che ho svolto per venti anni e all’attività di direzione di piccoli uffici adesso posso aggiungere quella di collaborazione nella gestione di un ufficio così importante quale è la Procura di Catania”.

La Procura di Catania definita il giorno dell’insediamento “una macchina da guerra”. “Era una espressione metaforica – chiarisce il magistrato catanese – perché non si vuole fare guerra a nessuno, ma si deve cercare di applicare la legge e di fare in modo che siano garantiti sia i diritti delle persone offese che quelle degli imputati e tutto questo con la maggiore celerità possibile. Il riferimento alla ‘macchina da guerra’ era inteso proprio in questo senso, al fatto che il procuratore Zuccaro ha inteso dare una strutturazione dell’ufficio che io ritengo consentirà di raggiungere sempre migliori risultati”.

Puleio dirige il lavoro del Gruppo 3 e cioè il pool di magistrati che si occupa dei reati predatori: furti, rapine, estorsioni e truffe ai danni dell’Unione Europea e dello Stato. “Dovrei coordinare – spiega il procuratore aggiunto – il gruppo che si occupa dei reati a distribuzione diffusa che coinvolge tutti i sostituti su alcuni determinati reati tra omicidi e altri tipi di delitti, i quali non sono affidati a un gruppo specifico ma sono suddivisi sulla base di una turnazione o di altre distribuzioni”. L’incarico però potrebbe essere modificato perché al momento alla Procura di Catania i ruoli di aggiunto non sono tutti coperti. “L’ufficio sarà riorganizzato – spiega Puleio – quando saranno colmati anche gli altri due posti al momento vacanti”.

Carmelo Zuccaro, in un’intervista a LiveSicilia, ha parlato del fatto che “non ci saranno intoccabili”. Una visione pienamente condivisa da Puleio che aggiunge: “Io ho sempre pensato che chi svolge questo lavoro deve muoversi con la cautela, la prudenza e il controllo con cui il chirurgo adopera il bisturi, ma nello stesso tempo deve muoversi senza prevenzioni né titubanze. E senza timori né speranze. E’ necessario – afferma ancora – svolgere il proprio lavoro cercando di adempiere a quello che la legge richiede rispettando tutti, ma senza badare a chi si ha di fronte”.

Zuccaro ha parlato di “intoccabili”, il riferimento era chiaramente diretto ai colletti bianchi e a chi opera nella Pubblica Amministrazione. “I reati più gravi e che provocano i maggiori guasti alla società non sono i reati di strada – commenta Puleio – ma sono i reati connessi alle grandi truffe, alle bancarotte milionarie, alla violazione delle regole nella gestione della cosa pubblica”. Il magistrato catanese però mette in evidenza che questi però sono “i reati più difficili da accertare, perché sono reati nei quali non vi è una materialità che può essere colta nell’immediatezza. Sono reati che richiedono per il loro accertamento un’attività investigativa molto complessa, forti investimenti in termini di tempo di persone e di mezzi, sia da parte delle forze dell’ordine che della magistratura. Si tratta di buttare delle reti anche se non si ha la certezza di prendere i pesci. E’ chiaro – ammette il procuratore aggiunto – che le reti dobbiamo continuare a buttarle e dobbiamo cercare di affinare il nostro lavoro e le nostre capacità, nella consapevolezza che si tratta di reati difficili da scoprire. Nello stesso tempo, però – conclude Puleio – queste indagini devono costituire l’obiettivo principale della nostra azione. Dobbiamo porci degli obiettivi più complessi, nella consapevolezza che non è facile raggiungerli, ma che non possiamo e dobbiamo mai smettere di cercarli”.

 


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