Tremestieri, voto al veleno. Colpo di scena: Nicosia ritira la candidatura - Live Sicilia

Tremestieri, voto al veleno. Colpo di scena: Nicosia ritira la candidatura

Intanto Rapisarda Basile solleva un nuovo caso che potrebbe far slittare la data delle elezioni.
LA PATATA BOLLENTE
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Colpo di scena a Tremestieri Etneo. Santo Nicosia esce dalla corsa e ritira la candidatura per la carica di primo cittadino. Le elezioni amministrative nel comune ai piedi del Vulcano diventano sempre di più un pantano difficile da gestire, dove la situazione potrebbe ancora precipitare fra polemiche, veleni e denunce.

I fatti

La sequenza dei fatti è nota: prima è scattata l’indagine sulle presunte firme false circa alcune delle liste che sostengono il sindaco uscente Santi Rando; poi è arrivata la cancellazione del voto di ottobre; infine la Regione ha deciso per il rinvio delle consultazioni a fine novembre con annessa ripresentazione delle liste (quasi fosse, di fatto, una competizione ex novo). Quest’ultimo punto ha già suscitato la protesta dei Cinquestelle capitanati dall’europarlamentare Dino Giarrusso e la minaccia di ricorrete al Tar.  

Il caso

Assai prima che il caso Tremestieri passasse dalle pagine della cronaca politica a quelle della nera, Santo Nicosia, risultato positivo al Covid nella parte terminale della prima fase elettorale, aveva già chiesto il rinvio del voto. A monte vi erano evidenti ragioni di carattere sanitario.

Oggi lo scenario è mutato radicalmente. “Non si può fare finta di nulla – dice – e riavviare la campagna elettorale per votare a fine novembre. Prima bisogna fare chiarezza e consentire ai cittadini di comprendere fino in fondo quanto è accaduto. Serve una pausa di riflessione”

La decisione. “Dopo una riunione con il mio gruppo politico – dice il candidato di area cattolica  – abbiamo deciso, assieme a tutti i candidati, di ritirare dalla competizione elettorale la nostra lista e quindi la mia candidatura a sindaco. Per noi l’onestà e la trasparenza sono la cosa più importante. Il rapporto di fiducia tra eletti ed elettori è fondamentale”. 

Legalità

Le motivazioni sono di ordine politico, ma soprattutto morale. “Per votare occorre sgombrare il campo dal dubbio della legalità – spiega Nicosia – In questo momento non ci sono le condizioni per un voto ragionato e sereno. Ribadisco ancora una volta che è necessario il rinvio della tornata elettorale e il commissariamento del comune, i fatti evidenziati dall’indagine della magistratura sono molto gravi e occorre fare piena luce.

“Per il bene del paese – dice ancora – invito anche gli altri candidati a fare una profonda riflessione e valutare l’opportunità del rinvio del voto per affrontare la competizione con la necessaria serenità che dovrebbe contraddistinguere sempre il confronto politico”.

Un nuovo scenario

Intanto arrivano segnali anche da altri fronti. Ketty Rapisarda Basile, già prima cittadina e autrice della denuncia che ha fatto scattare le verifiche dei carabinieri, solleva una nuovo rilievo sul voto. Si definisce “candidata in pectore” e stando alle sue valutazioni, la data del 29 e 30 novembre sarebbe tecnicamente impraticabile e andrebbe rinviata nuovamente. 

Eccola: “Poiché il decreto assessoriale n. 329 del 6 ottobre 2020 che ha sospeso e indetto ex novo il procedimento elettorale, anche a parere di molti legali da me interpellati, presenta un vizio ritenuto insanabile, poiché i giorni che intercorrono tra la data del decreto assessoriale e l’inizio delle votazioni sono 54 e non 55 come previsto dall’art. 8 del Decreto del presidente della Regione n.3 del  20 agosto 1960.

“Questo termine è ritenuto perentorio e pertanto non suscettibile di modifica, infatti anche il calendario pubblicato dall’Assessorato delle Autonomie Locali è stilato tenendo conto della data d’inizio delle elezioni fissata per il giorno 29 novembre 2020”. 

Corsa contro il tempo

Spiega ancora Rapisarda Basile in una nota: “Per contare i giorni intercorrenti tra la data di emissione del decreto ed il giorno antecedente le elezioni, come stabilisce l’art. 8 del decreto citato, si deve considerare dal giorno 6 ottobre compreso, al giorno 28 novembre. Pertanto sommando i giorni del mese di ottobre (26) più i giorni del mese di novembre (28), arriviamo a 54 giorni, un giorno in meno di quello previsto dalla norma”. 

“Tutto questo – aggiunge – può comportare l’annullamento di tutto il procedimento elettorale con conseguente danno sia per i candidati ma soprattutto per i cittadini che si vedranno per la seconda volta annullate le elezioni e pertanto privati, per un errore burocratico, del loro diritto di scegliere il proprio sindaco ed il proprio consiglio comunale.

“Ritengo che l’Assessore alle Autonomie Locali ed il Presidente della Regione – conclude – si debbano attivare e fare chiarezza affinché si possa andare a votare nella massima trasparenza e nel rispetto delle regole, nell’interesse dei cittadini e dei candidati”. 


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