15 Marzo 2024, 17:30
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CATANIA – Protestano anche a Catania i fonici, i trascrittori e gli stenotipisti forensi che lavorano in appalto per il Ministero della Giustizia. Tra le preoccupazioni più forti ci sono quelle legate al mantenimento dei livelli occupazionali e salariali in vigore nell’appalto in scadenza.
Martedì 19 i circa quaranta lavoratori del settore sciopereranno, così come i loro colleghi in tutta Italia, come da proclamazione indetta da Filcams CGIL, Fisascat CISL e UILTrasporti nazionali, e per l’occasione si terrà un sit-in in piazza Verga dalle 9,30 alle 12.
Dopo il primo sciopero nazionale dello scorso 18 gennaio, i fonici, i trascrittori e gli stenotipisti forensi faranno dunque sentire la propria voce anche attraverso i presidi locali. Come sottolineano il segretario generale della Filcams Cgil di Catania, Davide Foti e il responsabile del settore Multiservizi e servizi integrati Giuseppe D’Amico, “nonostante le sollecitazioni e la richiesta di un incontro, il Ministero della Giustizia non dimostra di volere discutere sul futuro bando di gara d’appalto visto che l’attuale è in scadenza. Vorremmo anche confrontarci sulla possibilità di intraprendere percorsi di formazione che forniscano appropriate certificazioni di professionalità agli addetti, soprattutto a seguito dell’installazione di nuovi impianti di registrazione previsti nel processo penale dalla recente Riforma Cartabia”.
I sindacati chiedono un “tavolo di contrattazione permanente” per discutere a proposito della modalità e dei tempi per un concreto processo di internalizzazione del settore, e stigmatizzano “il clima di grande tensione tra le lavoratrici e i lavoratori, che da anni chiedono il superamento della precarietà dell’appalto”.
“Il prossimo 19 marzo saremo in piazza di fronte al Palazzo di Giustizia di Catania, per rivendicare i diritti di un elemento fondamentale per il funzionamento della giustizia italiana. Mi riferisco ai lavoratori fonici, trascrittori e stenotipisti che purtroppo e inesorabilmente vivono la tragicità della precarietà del loro impiego; da troppi anni ormai la loro condizione è sempre più critica e più difficile anche in relazione a un governo nazionale che non da alcuna garanzia su una loro possibile stabilizzazione” lo ha detto Giuseppe Trovato (in foto), attivista catanese.
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15 Marzo 2024, 17:30