12 Novembre 2012, 07:48
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PALERMO- Nuovo arresto nell’ambito delle indagini della procura di Firenze sulle stragi mafiose del 1993 a Firenze, Roma e Milano. Gli agenti della Dia di Firenze hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di un cinquantasettenne di Santa Flavia, ritenuto responsabile di aver fornito ingenti quantitativi di tritolo.
Si chiama Cosimo D’Amato. Era un pescatore. Per l’accusa recuperava dai relitti bellici il tritolo poi usato nelle stragi. D’Amato è parente di Cosimo Lo Nigro, già condannato per le stragi, ma non era mai entrato nell’inchiesta. Secondo gli inquirenti l’esplosivo recuperato da D’Amato e fornito alla mafia è stato utilizzato per tutte le stragi del 1992, 1993 e 1994: quella di Capaci, quella di via D’Amelio, quelle di Roma, Firenze e Milano. Lo ha detto il procuratore Giuseppe Quattrocchi. Per gli attentati sarebbero stati utilizzati fra i 1.280 e i 1.340 kg di esplosivo.
D’Amato è accusato di strage, devastazione e di detenzione di un ingente quantitativo di esplosivo, per aver concorso agli attentati, tra l’altro, con i boss Totò Riina, Bernardo Provenzano, Filippo e Giuseppe Graviano e Matteo Messina Denaro. Secondo l’accusa, l’esplosivo recuperato da D’Amato venne consegnato al commando predisposto dal boss Francesco Tagliavia. Tagliavia è stato l’ultimo boss ad essere stato condannato in primo grado a Firenze, nel 2011, per le stragi. Gli investigatori risalirono a Tagliavia grazie alle testimonianze del collaboratore Gaspare Spatuzza.
“E’ possibile che sia una qualche altra attività di corresponsabilità anche se con ruoli e mansioni diverse. La Dda di Firenze – ha detto Quattrocchi – non si ferma, non si è mai fermata, e non si fermerà nella ricerca di responsabilità di possibili concorrenti nel delitto di strage”. Il procuratore ha ricordato la condanna del boss Francesco Tagliavia, nel 2011, grazie alle indagini dei magistrati fiorentini Sandro Crini e Giuseppe Nicolosi e ha poi elogiato il lavoro della Dia di Firenze. L’arresto di D’Amato “si ripercuote positivamente anche nelle indagini di Caltanissetta” ha concluso Quattrocchi, sulle stragi di via D’Amelio e di Capaci.
Per risalire alle responsabilità di Cosimo D’Amato, è stata fondamentale la collaborazione di Gaspare Spatuzza. Lo ha ricordato il procuratore Quattrocchi. “Ancora una volta – ha spiegato Quattrocchi – Spatuzza è fortemente riscontrato anche da circostanze già acquisite oltre che dalle dichiarazioni di altri collaboratori”. Quattrocchi ha poi aggiunto che invece l’apporto di un altro collaboratore, Fabio Tranchina, che con Spatuzza ha fatto riaprire l’inchiesta su via D’Amelio non è stato di grande importanza per risalire a D’Amato.
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12 Novembre 2012, 07:48