28 Febbraio 2013, 16:09
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PALERMO – Sono tanti i volti noti che lasciano il Parlamento. Politici di lungo corso. Due leader di partito come Raffaele Lombardo e Gianfranco Micciché non torneranno a Roma. L’ex presidente della Regione era primo in lista al Senato con il Movimento per l’autonomia, ma il risultato elettorale poco sopra il 2 per cento non ha fatto scattare il seggio. Lo stesso vale per l’ex ras di Forza Italia in Sicilia, visto che Grande Sud ha ottenuto appena l’1 per cento in regione. A restar fuori pure il capolista alla Camera del listone Grande Sud-Mpa Pippo Fallica.
Un altro rocambolesco scivolone è toccato alla pattuglia di Fli, che sparisce da Montecitorio con un risultato inferiore al mezzo punto percentuale. Niente seggio per i colonnelli finiani Carmelo Briguglio e Fabio Granata. Anche a sinistra non mancano gli esodati eccellenti. La vittoria del centrodestra al Senato ha impedito ad Alessandra Siragusa di passare da Montecitorio a Palazzo Madama. Niente sbarramento pure per Rivoluzione civile, con cartolina a Roma per gli ex Idv, a partire del senatore palermitano Fabio Giambrone. Il braccio destro di Leoluca Orlando dopo sette anni resterà nella sua città, abbandonando la poltrona nell’emiciclo del Senato.
Tutti sconfitti, più o meno. C’è però chi, terminata l’aspettativa parlamentare, tornerà a lavorare. Si tratta di Pippo Fallica, che alla Camera entra entrato nel 2001. Forzista della prima ora e stretto collaboratore di Gianfranco Miccichè, fino al 15 marzo è in aspettativa da dipendente del gruppo parlamentare dell’Assemblea regionale siciliana. “Sono stato assunto nel 1996, poi come da regolamento ho chiesto l’aspettativa per il mandato parlamentare – dice Fallica – e dal 16 marzo tornerò a lavoro”. Un ritorno alle origini per uno dei fondatori di Grande Sud, che riconosce la sconfitta, ma rivendica la bontà del proprio progetto politico. “Ne usciamo a testa alta – sottolinea – anche se forse non eravamo pronti per delle elezioni a livello nazionale. Continuerò comunque a far politica”. Un politico professionista nel vero senso della parola, come lui stesso afferma: “Penso di poter dare il mio contributo con pareri legislativi e con la mia esperienza”.
Più mesto invece Carmelo Briguglio, che comunque cita Nietsche (“Ciò che non mi uccide mi rafforza”), e rilancia. “Continuerò sicuramente a fare politica, ripartendo dal territorio e dalle elezioni amministrative. Bisogna apprendere dalle sconfitte”. Aveva invece annunciato un ritorno alla vita bucolica l’ex presidente della Regione Raffaele Lombardo, prima però di decidere di guidare l’Mpa al Senato. E ora Lombardo dovrà decidere se impegnarsi in primo piano nelle amministrative etnee o riproporre le intenzioni di fine mandato a Palazzo d’Orleans.
Nessuna bandiera bianca né da Alessandra Siragusa, né da Fabio Giambrone. L’ex assessore alla Pubblica istruzione al Comune di Palermo al momento però non tornerà ad insegnare. “Continuerò a fare politica – dichiara a LiveSicilia – anche se in realtà cambierà poco. Non mi sono mai trasferita a Roma, sono rimasta nella mia città”. E se il quadro politico complessivo resta instabile, la deputata uscente non chiude tutte le porte: “La situazione è ancora instabile, vedremo come evolverà”. Fabio Giambrone, che ricopre anche l’incarico di segretario regionale di Italia dei valori, non annuncia passi indietro. “Qui abbiamo avuto risultati importanti. Alle amministrative siamo stati il primo partito a Palermo, e fino a poco tempo fa avevamo l’8 per cento. Convocheremo il gruppo dirigente per fare il punto sul progetto di Rivoluzione civile. Qualcosa non ha funzionato, lo abbiamo già detto”. Nessun addio alla politica quindi: “In tanti ci chiedono di continuare. Io non penso proprio di lasciare la politica”.
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28 Febbraio 2013, 16:09