02 Luglio 2012, 12:14
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“Una buona annata”. Con queste incoraggianti e lusinghiere parole, il Procuratore generale d’Appello della Corte dei conti Giovanni Coppola, venerdì scorso ha “certificato” l’ottimo 2011 della sanità siciliana. Un anno scandito da buone performance. Da quelle riguardanti il piano di rientro, con un deficit ridotto ormai a poche decine di milioni di euro, alla crescita della fiducia, da parte dei pazienti delle altre Regioni, nei confronti degli ospedali siciliani.
Solo una nuvoletta aveva per un attimo offuscato il “sole dell’Avvenire” acceso dall’assessore Massimo Russo. “Il numero di consulenze e degli incarichi a collaboratori esterni – ha scritto Coppola nella sua requisitoria – conferiti dalle Aziende sanitarie provinciali e dalle Aziende ospedaliere nel 2011, sono state rispettivamente 301 e 219 per un totale di 520, che ha notevolmente superato il limite raggiunto l’anno scorso di 406 incarichi”. Ovviamente, tutto ciò s’è tradotto in una crescita della spesa, “lievitata a 7 milioni 510 mila euro a fronte dei 5 milioni 462 mila euro spesi nel 2010”.
Insomma, un richiamo, quello della Corte a ridurre nel comparto della Sanità incarichi a personale esterno all’amministrazione. Un suggerimento, però, disatteso già il giorno dopo dallo stesso assessore. Se il richiamo della Corte infatti era indirizzato alle Aziende, dal vertice politico, evidentemente, dovrebbe arrivare il primo segnale. L’esempio. Eppure, nonostante le parole di Coppola siano di venerdì scorso, già sabato (stando al sito ufficiale della Regione siciliana) ecco arrivare la nuova consulenza .
Nuova, si fa per dire ovviamente. Perché l’incarico conferito a Francesca Di Gaudio, è solo l’ultima proroga di un rapporto che va avanti dalla fine del 2010 ed è costato finora alle tasche dei siciliani qualcosa come 48 mila euro lordi.
La Di Gaudio, infatti, è stata incaricata, dal primo luglio al 30 settembre prossimo di svolgere il ruolo di consulente per le “problematiche afferenti la rete laboratoristico pubblica e privata”. Per questo lavoro la Regione siciliana sborserà 6.200 euro lordi.
Francesca di Gaudio, classe 1964, è laureata in Chimica e specializzata in Chimica e tecnologie alimentari all’Università di Palermo. In entrambi i casi ha ottenuto il massimo dei voti. Dopo la specializzazione, Di Gaudio ha dapprima esercitato la libera professione, ha lavorato all’Ateneo palermitano e all’Istituto professionale Agricoltura e ambiente. La consulente è stata inoltre direttore tecnico chimico alla Polizia Scientifica di Roma, consulente all’Istituto di Biomedicina e Immunologia molecolare a Palermo.
Nel suo curriculum, poi, anche qualche nota di “colore”, come il riferimento alla “predisposizione agli sport acquatici” a un “rapporto di amore e sinergia con la natura”e alle le sue capacità di “agile guida di auto, moto, fuoristrada e furgoni, anche in situazioni di pericolo”.
Note tratte, come detto, dal curriculum della consulente, ma che, una volta pubblicate su Live Sicilia hanno suscitato la reazione della Di Gaudio, che in una lettera aperta al nostro giornale aveva parlato di volontà di “screditare non solo la mia persona ma anche l’operato del governo regionale. Perché, quando parlate di politica, – ci ha chiesto la consulente – dimenticate il rispetto della persona umana? Sono una ricercatrice appassionata, senza incarichi politici di alcun tipo, senza cognomi altisonanti, senza parentele comode. La consulenza si è sviluppata finora con incarichi trimestrali ed è stata sempre subordinata al vaglio del lavoro svolto ed all’effettiva utilità del rinnovo”. Vaglio del lavoro svolto di cui, ovviamente, non si ha traccia. Così per la Di Gaudio come per tutti gli altri consulenti del governo Lombardo, non è rintracciabile la relazione finale delle attività svolte. Che, in base a una delibera dello stesso governo, dovrebbe trovare posto sul sito ufficiale della Regione. Proprio al fianco dei “curricula della discordia”.
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02 Luglio 2012, 12:14