10 Febbraio 2010, 09:53
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Mentre l’iter del “Piano casa” viene rallentato dall’enorme mole di emendamenti che ne ha fatto slittare la votazione, il disegno di legge sulla disciplina dell’agriturismo diventa un caso. Dopo il rinvio del testo alla commissione Attività produttive, deciso nella seduta di due settimane fa per l’eccessivo livello di regolamentazione presente in certi passaggi normativi, l’Ars ha infatti preferito sospendere l’esame del ddl, che verrà ripreso nella riunione di oggi (a partire dalle 16). Dal Pd all’Udc, una folta schiera di parlamentari ha invocato quanto sostanzialmente era già stato chiesto in occasione del rinvio: semplificare la legge. Una legge che appare troppo dettagliata in numerosi punti, come per esempio all’articolo 4 che stabilisce il numero di posti letto e di pasti giornalieri che un agriturismo non può superare per definirsi tale, arrivando perfino a fissare le percentuali minime di ingredienti di produzione propria che le imprese agricole devono prevedere nei loro menù. Molto dibattuti anche l’articolo 7, che subordina l’esercizio dell’attività agrituristica al rilascio di un certificato d’abilitazione da parte dell’assessorato all’Agricoltura, e l’articolo 8 che fissa nel dettaglio alcuni obblighi degli operatori agrituristici.
Discorso diverso, invece, per il “Piano casa”, la cui votazione potrà iniziare solo dopo che gli uffici di presidenza completeranno il lavoro di accorpamento degli emendamenti (ben 600) uguali o sovrapponibili e di eliminazione di quelli inammissibili. Intanto, l’assessore regionale delle Infrastrutture, Luigi Gentile, ha risposto al segretario generale della Cisl Sicilia, Maurizio Bernava, che aveva duramente criticato il ddl perché, se venisse approvato l’articolo 6 così com’è nel testo originario, rischia di diventare “l’ennesimo bluff politico, in quanto subordina gli interventi al rilascio della concessione edilizia e, di solito, per ottenerla passano anni”. La previsione della concessione edilizia, che richiede lunghe trafile burocratiche, alla fine dovrebbe comunque lasciare il posto alla semplice dichiarazione d’inizio attività (Dia), come ha spiegato lo stesso Gentile: “Gli investimenti saranno incentivati dalla semplificazione dei procedimenti, consentendo l’avvio degli interventi mediante la Dia. Faremo di tutto per approvare in tempi brevi il Piano casa, che recupera per intero l’intesa siglata tra Stato, Regioni e autonomie locali. Saranno mantenute le agevolazioni previste da tale intesa e, in particolare per le aree a rischio idrogeologico, non ci saranno deroghe”. Secondo l’assessore “la normativa produrrà benefici per il comparto dell’edilizia abitativa, dando risposte concrete e immediate anche alle esigenze delle giovani coppie. Inoltre – ha aggiunto Gentile – gli investimenti dei privati per il miglioramento delle proprie abitazioni genereranno ricadute positive sull’occupazione”.
L’Ars ha infine approvato all’unanimità una mozione, firmata da tutti i parlamentari presenti, per dichiarare lo stato di calamità del comparto agrumicolo. Nel corso del dibattito sull’iniziativa, è stata sottolineata da più parti la necessità di accorciare la filiera per evitarne gli effetti distorsivi, primo fra tutti l’esistenza di prezzi al consumo anche 20-30 volte più alti dei prezzi alla produzione. Al riguardo, il primo firmatario Giuseppe Limoli ha richiamato i deputati a una presa di coscienza su “un dramma che sta accompagnando giorno per giorno migliaia di famiglie siciliane. I prodotti agrumicoli sono calcolati in maniera irrisoria, nonostante l’agrumicoltura sia un settore strategico per la nostra economia”.
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10 Febbraio 2010, 09:53