04 Aprile 2015, 13:21
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PALERMO – Aveva subito danni per un nubifragio nel 1990, ma il contributo ricevuto dalla Regione era eccessivo. Per questo motivo la “Bollara”, un mobilificio di Sciacca, è stata condannata a restituire una parte dei fondi alla Regione. E il dirigente che aveva concesso quel contributo, Nicolò Ignoffo, si “salva” dalla compensazione del danno erariale.
Questa storia inizia nel 1990. Un nubifragio colpisce Sciacca e provoca il torrente Cansalamone: l’acqua invade la sede del mobilificio, danneggiando i macchinari, le materie prime, i mobili e persino la stessa struttura. Così la Regione interviene: il contributo a fondo perduto – che raggiunge Sciacca, ma anche Licata, Barrafranca e Mazzarino – ammonta al 90 per cento. Cinque anni dopo il nubifragio, l’azienda riceve un assegno da 5,7 miliardi di lire.
Poi, però, la Regione si accorge di quello che ritiene essere un errore: all’azienda spettavano infatti, secondo le tesi dell’amministrazione, “appena” due miliardi. A quel punto parte la richiesta di restituzione di 1,9 milioni di euro, contro la quale l’azienda si oppone. Parte un decreto ingiuntivo e nel frattempo Ignoffo viene condannato dalla Corte dei conti.
Inizia il contenzioso fra azienda e Regione. Una battaglia giudiziaria alla quale partecipa anche Ignoffo, difeso da Gigi Rubino: se infatti la ditta restituisse il denaro, il dirigente non dovrebbe dare più un euro alla Regione. Il tribunale di Palermo dà ragione alla Regione e a Ignoffo, ma l’azienda si rivolge alla corte d’appello. Che in questi giorni è arrivata a una sentenza della prima sezione civile: il collegio presieduto da Rocco Camerata Scovazzo e composto da Guido Librino ha respinto l’appello dell’azienda, condannandola a pagare anche le spese legali.
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04 Aprile 2015, 13:21