Truffa all’Asp, tre indagati |Sequestrata società catanese

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24 Gennaio 2018, 12:33

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ENNA – Maxi sequestro a Enna. Ieri, a conclusione di un’articolata attività investigativa, congiuntamente effettuata, la Guardia di finanza e la polizia del capoluogo ennese, hanno eseguito un provvedimento emesso dal Tribunale di Enna e sequestrato denaro e beni per 443.041,79. Tre gli indagati, tutti catanesi: C. G. M. I., classe 1975 e residente in Tremestieri Etneo (CT), amministratore della società affidataria del servizio di gestione integrata del Cup – Call Center – Riscossione Ticket dell’ASP di Enna; C. O. D., classe 1984 e R. F., classe 1987, di fatto gestori della stessa società.

I tre soggetti sono indagati in concorso tra loro per peculato aggravato continuato commesso nel corso del 2016, quando in qualità di incaricati di pubblico servizio quali, rispettivamente, “amministratore unico” e “gestori di fatto” della soprascritta società affidataria del servizio dal mese di maggio 2012 al mese di gennaio 2017, si sarebbero appropriati di 685.391,06.

Le indagini, svolte dalla 3^ Sezione – “Reati contro Patrimonio e Pubblica Amministrazione” dalla Squadra Mobile e dalla Sezione Mobile del Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria della Guardia di Finanza di Enna, sono state avviate nel gennaio del 2017, innescate da una prima segnalazione inviata dall’Asp direttamente alla Procura della Repubblica di Enna. Seguita da una successiva articolata denuncia inoltrata nel mese di gennaio 2017, nella quale veniva quantificato un ammanco di 685 mila euro, e denunciato C. G. M. I., nella sua qualità di legale rappresentante della società affidataria del servizio. Un ammanco che, a seguito delle azioni di recupero, corrispondeva a 443 mila euro.

La società era affidataria del servizio, aggiudicato con gara pubblica, sin dal 2012 e lo svolgeva attraverso le postazioni di “front office” nei presidi ospedalieri – ove prestavano attività dipendenti della medesima società, incaricati di ricevere le prenotazioni delle visite, nonché di riscuotere giornalmente i “tickets”. Le verifiche di cassa, effettuate dal personale dell’ASP nel corso del 2° semestre del 2016, incrociate con le analisi delle operazioni giornaliere di cassa e con i sospesi di tesoreria, avevano evidenziato, dapprima, un notevole ritardo nel versamento delle somme sul conto corrente della tesoreria dell’ASP.

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Il Servizio competente dell’ASP, dopo aver proceduto a diffidare la società affidataria, nell’ambito dei poteri propri di vigilanza e controllo, ha predisposto pertanto, una serie di mirati controlli contabili, confrontando in ultimo i prospetti di versamento con le disposizioni di bonifico “quietanzate” inviate dalla società. Gli approfonditi controlli effettuati dal personale dell’ASP, accertavano la totale mancanza di versamenti.

Da qui le indagini, avviate a partire dal mese di gennaio 2017: nel corso delle attività investigative, i poliziotti ed i finanzieri hanno acquisito la documentazione relativa al servizio CUP e proceduto alla perquisizione della sede legale e operativa della società, il che ha consentito il sequestro della documentazione, dalla quale emergevano elementi di prova in ordine agli illeciti commessi a carico degli amministratori e/o soci della società, inerenti alla sottrazione delle somme dell’A.S.P. di Enna.

Nel corso delle attività di intercettazione, sono emerse chiare conferme della condotta illecita tenuta dai tre indagati, il che ha spinto il P.M. titolare dell’indagine – all’epoca Sostituto Procuratore Dr. Francesco Rio – a richiedere al G.I.P. l’emissione del decreto di sequestro preventivo a carico degli indagati, disposto per la somma di 443.041,79, euro, tenuto conto che dall’ammanco complessivo è stato recuperato dall’A.S.P. l’importo di 242.349,27.

Sequestrati, nel dettaglio: una villetta sita in Tremestieri Etneo (CT); un orologio d’oro marca Cartier, un’autovettura Fiat 500 nonché 13 quote di partecipazione in 8 società, variamente ripartite, intestate agli indagati, per un valore complessivo equivalente all’ammontare del sequestro. Inoltre, si è proceduto alla notifica del provvedimento nei confronti di 8 banche ed intermediari finanziari, al fine di porre sotto sequestro i 25 rapporti (conti correnti, depositi, titoli, fondi azionari, etc…) emersi dalla consultazione dell’Anagrafe dei Rapporti Finanziari, per i quali sono i corso le opportune verifiche per quantificare l’ammontare delle giacenze e dei valori.

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24 Gennaio 2018, 12:33

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