28 Febbraio 2012, 17:05
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Il sogno finisce in frantumi. Come tante cose belle della Sicilia c’è l’altra faccia della medaglia, quella che dovrebbe farci impallidire dalla vergogna. A rompersi è stato lo scenario che da qualche anno riempie l’entroterra della campagna mazarese, dove si è insediato un hotel di lusso, con le suite a quasi 5 mila euro al giorno, una struttura arabeggiante e molto lussuosa, il Kempinski Giardino di Costanza. Sembrava che niente potesse guastare la festa, per quella magnificenza di albergo posto tra verdi colline, vicino al mare, baciato dal sole, nonostante magari la strada per arrivare al Kempinski non sia delle migliori, e strada facendo è facile incontrare qualche discarica abbandonata. Bazzecole, in confronto al lusso che attende all’arrivo all’albergo: e in fatti è qui che da molti anni i ricconi di mezzo mondo vengono a rifugiarsi.
Superato il cancello è tutta un’altra storia, un’altra atmosfera. Uno di quegli ambienti che si addicono alla Sicilia, quella più vera, incontaminata. Da qualche ora, però, sono momenti tristi per il super albergo. La struttura, infatti, è finita sotto sequestro. Il nucleo regionale di tutela della spesa della Guardia di Finanza siciliana, comandato dal maggiore Fabio Ranieri, per ordine della procura di Marsala ha posto i sigilli all’albergo e alla società proprietaria a seguito di un’indagine con l’accusa di truffa ai danni del Por Sicilia, insomma dei fondi comunitari. A coordinare l’inchiesta è stato il sostituto procuratore della Repubblica di Marsala, Dino Petralia, e il valore del sequestro è superiore ai 13 milioni di euro. Con il sequestro sono scattati anche 13 avvisi di garanzia con l’accusa di truffa aggravata.
Il “Kempinski Giardino di Costanza” è un resort di 99 stanze, risultato di un investimento fatto dalla società Mediterranea (il gruppo Kempinski, un network turistico che ha 52 strutture in tutto il mondo, è arrivato dopo, e da qualche tempo sembra aver raffreddato i rapporti con la Mediterranea) e che ha usufruito di capitali pubblici quanto privati. Secondo la magistratura, però, sui fondi pubblici la Mediterranea avrebbe fatto la “cresta”.
Il sequestro rischia di frenare i sogni di sviluppo di Mazara. Il presidente della Mediterranea, Giovanni Savalle, infatti, ha ipotizzato la realizzazione di un magnifico campo da golf e stava pensando anche a un approdo turistico “dedicato”, un progetto che aveva fatto sognare i mazaresi sulla possibilità di un turismo d’élite. Il campo da golf mai nato doveva costare 46 milioni di euro (26 dei quali di provenienza privata e altri 20 di natura pubblica): la struttura, sulla carta, doveva occupare una superficie di 120 ettari e accanto al campo da golf dovevano nascere un residence di lusso e un’impresa agricola.
Di recente la società aveva anche aumentato il capitale. La società per azioni, infatti, era passata da 7 milioni e 646 mila euro a 9 milioni e parallelamente Sviluppo Italia, che di Mediterranea detiene dall’ottobre 2005 il 22%, ha dato il via all’allargamento della propria quota fino al 30%. Un’altra fetta del capitale, invece, proviene dal Cipe. Ma Savalle si dice tranquillo: “I fondi – afferma – sono stati regolarmente spesi. Confidiamo nella giustizia, che darà giusta luce ai fatti”.
Per l’imprenditore, in particolare, si tratterebbe di “un provvedimento che la magistratura ha ritenuto di assumere a valle di un’indagine avviata nel 2007, in attesa di verificare lo stato della spesa dei fondi in questione”. Secondo Savalle “i fondi in discussione sono quelli previsti dal patto territoriale Trapani Sud, pari a 6,5 milioni di euro, che sono stati regolarmente spesi dalla Società Mediterranea spa per la costruzione dell’hotel, come da documentazione che esibiremo alla magistratura. Da quanto apprendo, informalmente, la contestazione riguarderebbe 5 milioni su un investimento complessivo di circa 25 milioni di euro. Ma, ripeto, la documentazione di spesa in possesso della società dimostra ampiamente l’investimento effettuato”.
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28 Febbraio 2012, 17:05