Truffa all’Unione europea | Scattano arresti e sequestri

di

15 Giugno 2010, 13:14

2 min di lettura

I finanzieri del comando provinciale di Palermo hanno eseguito tre misure di custodia cautelare, di cui due in carcere e il sequestro preventivo di beni mobili, immobili e quote societarie di due aziende nell’ambito di una complessa indagine di polizia economico-finanziaria e di polizia giudiziaria che ha portato alla luce un’ingente truffa aggravata in danno del bilancio dello Stato e dell’Unione europea. La truffa aggravata ha avuto come oggetto i finanziamenti nazionali e comunitari erogati nell’ambito degli investimenti previsti dalla legge 215/92 sull’imprenditoria femminile e dal Por Sicilia 2000/2006, misura 4.15 per gli investimenti nel settore dell’agriturismo. I progetti finanziati erano finalizzati alla implementazione di stabilimenti industriali nella zona di Palermo, e, soprattutto, alla realizzazione e all’ampliamento di un agriturismo a quattro stelle in provincia di Messina. Le indagini, coordinate del dipartimento mafia ed economia e dal sostituto procuratore Ambrogio Cartosio, si sono protratte per oltre un anno attraverso pedinamenti, appostamenti, analisi e riscontri documentali, controlli incrociati, accertamenti bancari e indagini finanziarie. Sulla base degli elementi probatori acquisiti, il gip Piergiorgio Morosini, accogliendo le proposte avanzate dalla Procura, ha emesso tre ordinanze di custodia cautelare, di cui due in carcere nonché il sequestro preventivo anche nella misura “per equivalente” di immobili, attrezzature, macchinari, autovetture e quote societarie delle due aziende coinvolte per un valore di oltre 500 mila euro. I provvedimenti cautelari sono stati eseguiti nei confronti di Rosalba Durante, imprenditrice di 55 anni; Pietra Brancato, imprenditrice di 29 anni; Pietro Di Maio, funzionario di banca, di 53 anni.Sono stati eseguiti numerosi sequestri di beni riconducibili ai profitti delle società Cmp Srl con sede in Capaci (Pa) e Agriturismo Maggiore di Rosalba Durante con sede in Pettineo (Me). Secondo gli investigatori venivano realizzati investimenti con l’impiego dei soli fondi pubblici, grazie all’utilizzo di fatture false, gonfiate per dimostrare agli enti erogatori costi e spese in realtà non sostenute o sostenute in misura inferiore a quella documentata dai titoli rendicontati. I finanzieri ritengono che Pietro Di Maio, direttore pro-tempore di un’agenzia di Palermo della Banca Popolare di Lodi, abbia consentito l’esecuzione di numerosi giroconti tra i soggetti coinvolti nella truffa e fornito a uno dei responsabili le indicazioni su come alterare gli assegni versati sui propri conti correnti. In altri termini veniva simulato un bonifico verso un fornitore che in realtà era un giroconto tra conti correnti intestati a uno dei responsabili della truffa. Tale anomalia, rilevata dal sistema informatico della banca, veniva autorizzata dal direttore della filiale e pertanto andava a buon fine. Le persone arrestate sono state sottoposte agli arresti domiciliari.

Articoli Correlati

Pubblicato il

15 Giugno 2010, 13:14

Condividi sui social