23 Marzo 2024, 07:10
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PALERMO – Potrebbe essere stato vittima di una truffatrice seriale l’ingegnere romano a cui una donna palermitana ha spillato oltre 40 mila euro. Dovrebbe trattarsi di un volto noto alla cronaca giudiziaria per via di due precedenti analoghi. In uno sarebbe riuscita a farsi dare 250 mila euro da un sessantenne di Firenze.
L’ingegnere M.M., 66 anni di Roma, ha raccontato di avere conosciuto la donna in un sito di incontri. Si era innamorato ed era pronto a separarsi dalla moglie. Monia, così si faceva chiamare la donna, aveva costruito un mondo finto per irretire la vittima. Ragazza madre, senza lavoro né casa, una figlia di 5 anni da crescere. Già, la figlia che sosteneva si chiamasse Sofia, la cui voce al telefono lo ha intenerito.
Ad ogni richiesta – fra luglio 2021 e marzo 2023 – l’ingegnere rispondeva con un bonifico. Ci sono quelli destinati alla madre (l‘affitto della casa, il trasloco, l’assicurazione, il conto del meccanico, persino le spese per il diploma in una scuola privata) e quelli per la figlia: la festa di compleanno, una vacanza, la retta scolastica, libri e articoli di cancelleria. Un giorno la mamma le propose di parlare al cellulare con la bimba. “Che gioia, mi chiamava papino”, racconta l’uomo. Che aggiunge: “Per mesi e mesi ho condiviso con lei la sua crescita. Le ho insegnato a leggere e a scrivere, le ho insegnato le tabelline. Le ho insegnato a fare le somme, le sottrazioni le moltiplicazioni”.
È stato l’avvocato della moglie da cui si stava separando per andare a vivere con Monia ad avergli aperto gli occhi. Era stato truffato. Da chi? La denuncia presentata a Roma è stata trasmessa a Palermo per competenza territoriale. La donna sarebbe stata identificata. Si tratterebbe di un volto noto e potrebbe avere agito con la complicità di altre due donne. Ha 52 anni e non i 36 che diceva di avere. In passato è stata condannata per una vicenda simile dal Tribunale di Sciacca e la pena è stata commutata in lavori socialmente utili.
Attualmente è imputata a Palermo per una vicenda accaduta tra luglio 2012 e marzo 2016. Secondo l’accusa, la donna avrebbe sedotto un uomo di sette anni più grande di lui – attraverso messaggi, email e telefonate – facendogli credere di essere pronta a trasferirsi da Palermo a Firenze per vivere insieme.
Quindi, sarebbero cominciate le richieste di denaro con diverse motivazioni: restituzione di soldi al suo ex fidanzato, aiuto economico per una sua amica, pagamenti a mafiosi che la ricattavano. Alla fine il raggiro sarebbe ammontato a 250.000. L’accusa di truffa due anni fa non aveva retto ed era stata assolta, ma il giudice rinviò gli atti alla Procura che l’ha di nuovo messa sotto accusa per circonvenzione di incapace. Agli atti della richiesta di rinvio a giudizio c’è una certificazione medica da cui emergerebbe la fragilità psichica dell’uomo.
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23 Marzo 2024, 07:10