16 Gennaio 2013, 21:26
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PALERMO – Un ex dipendente di una delle società dell’imprenditore Elio Lupo si è costituito parte civile nel processo, iniziato questa mattina davanti alla seconda sezione del Tribunale di Palermo, all’ex datore di lavoro, accusato di estorsione, truffa aggravata ai danni dello Stato, peculato e falso. Tra le parti civili anche l’Amat. L’ex dipendente, Salvatore Vicari, sarebbe stato ricattato per fare da prestanome per tre società amministrate, di fatto, da Lupo.
Lupo, imprenditore nel settore delle scommesse e delle sale Bingo, è stato arrestato a luglio scorso e si trova ai domiciliari. La sua Elle Group srl aveva ottenuto la concessione della Campione Bingo & Games e nella sala bingo all’inizio Lupo aveva pure ospitato un corner di Addiopizzo anche se non ha mai fatto parte dell’associazione antiracket. Secondo l’accusa, rappresentata dal pm Maurizio Agnello, l’imprenditore avrebbe attinto a fondi Por per aprire un museo del gioiello antico siciliano e delle arti minori all’interno di Palazzo Castrone S. Ninfa di Palermo. Un progetto mai decollato. Lupo avrebbe fatto emergere pagamenti di fatture mai avvenuti con il solo obiettivo di incassare i contributi. Una truffa da un milione e mezzo di euro, poi sequestrati all’imprenditore.
A Lupo vengono contestati alcuni episodi di estorsione ai danni dei dipendenti dei suoi centri scommesse costretti a lavorare in nero e minacciati continuamente di licenziamento. Un’impiegata sarebbe stata obbligata rientrare in servizio nonostante fosse in maternità. Un altro capo d’imputazione riguarda l’alterazione dei dati comunicati ai Monopoli di Stato attraverso il sistema informatico che registra le giocate. Inoltre, l’imputato, titolare anche di una società che gestisce la vendita nei distributori automatici dei biglietti Amat, non avrebbe versato i proventi dei ticket all’azienda dei trasporti locali. Il processo è stato rinviato al 29 gennaio.
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16 Gennaio 2013, 21:26