28 Gennaio 2015, 07:23
3 min di lettura
PALERMO – L’uomo distinto si presentava a bordo di una lussuosa Mercedes S320. Con tanto di autista che gli apriva lo sportello. Scendeva dall’auto ed entrava in ristoranti stellati, gioiellerie e gallerie d’arte saldando conti per decine di migliaia di euro con assegni rigorosamente falsi o addirittura finti. E di titoli bancari taroccati in circolazione ne sono stati messi migliaia.
I carabinieri della compagnia di Bagheria e della sezione di Polizia giudiziaria della Procura della Repubblica di Palermo hanno smascherato una mega truffa e arrestato cinque persone fra il capoluogo, Ficarazzi e Santa Flavia. In cella, su richiesta del procuratore aggiunto Salvatore De Luca e del sostituto Claudio De Lazzaro, sono finiti Paolino Cavallaro, Domenico Siciliano, Attilio Di Stefano, Salvatore Storniolo ed Antonino Ribaudo. L’ordinanza di custodia cautelare è firmata dal giudice per le indagini preliminari Lorenzo Matassa. Sono accusati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, ricettazione di assegni e falso.
Nel 2005 un bancario, Gianstefano Passalacqua, denunciò ai carabinieri di Santa Croce Camerina, nel Ragusano, di avere smarrito 5 mila stampati di assegni. A questi si sarebbero aggiunti i titoli cosiddetti “ballerini”, e cioè collegati a conti correnti aperti da prestanome e senza i soldi necessari per la copertura. I militari sono risaliti alla presunta banda incrociando i risultati di precedenti inchieste. Alcuni degli arrestati, infatti, hanno ha avuto dei guai giudiziari. Ci sarebbero pure dei collegamenti con la mafia emersi in un capitolo investigativo tutto da esplorare.
Gli arresti arrivano al culmine di anni di indagini con perquisizioni, sequestri, interrogatori, intercettazioni telefoniche ed ambientali, integrati con le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia. Tutto inizia nel 2012 quando addirittura la banda cercò di simulare la vendita di una villetta ad Altavilla Milicia, la cui proprietaria risultava una persona deceduta, mentre gli assegni per il pagamento facevano parte del blocco emesso dal Banco di Sicilia e smarrito nel Ragusano. La gran parte degli assegni era nella disponibilità di Ribaudo.
Il colpaccio la banda l’ha messo a segno ai danni di un gallerista palermitano da cui Cavallaro e Siciliano avrebbero acquistato, in più occasioni, 75 quadri di pittori siciliani – alcuni di interesse nazionale come una litografia di Renato Guttuso – per un valore di oltre centomila euro. Tutti pagati con assegni fasulli. Erano appassionati d’arte, ma anche di orologi di lusso. Un Rolex Daytona in oro rosa sarebbe stato comprato con un assegno di carta straccia. Altre volte i componenti della banda si sarebbero trasformati in abili truffatori capaci di vendere a dei malcapitati patacche spacciandole per orologi di lusso. Come? Fingendo, accento incluso, di essere importanti importatori cinesi del prestigioso marchio.
Per organizzare i raggiri sarebbe servita anche l’abilità di Attilio Stefano. In casa sua i carabinieri hanno trovato materiale che riconduce ad un’attività di falsificazione a tutto campo, persino dei pagamenti delle bollette per le utenze domestiche. Le presunte truffe finora scoperte ammontano a 350 mila euro. Ma la cifra è destinata a salire di parecchio, visto che sono in corso le indagini sull’attività di riciclaggio di Salvatore Storniolo che ha avrebbe avuto il compito di reinvestire i soldi accumulati.
Pubblicato il
28 Gennaio 2015, 07:23