Truffa per annullare cartelle Serit |Il processo entra nel vivo - Live Sicilia

Truffa per annullare cartelle Serit |Il processo entra nel vivo

Nella prossima udienza saranno sentiti i due imputati.

CATANIA – Il processo sul presunto sistema di truffe ideato da sei persone accusate di aver spillato denaro a circa 300 ‘clienti’ tramite la falsificazione delle cartelle esattoriali della Serit entrerà nel clou in primavera. Nell’ultima udienza infatti, a margine dell’assenza in aula dei testi citati dal Pm, il presidente del collegio della I sezione penale del Tribunale etneo, Grazia Anna Maria Caserta ha deciso di rinviare il dibattimento. Nella prossima udienza toccherà deporre all’ultimo dei testimoni dell’accusa, e poi a quelli della difesa. Contestualmente si procederà anche all’esame dei due imputati Andrea Fischetti e Fabrizio Pappalardo e infine alla discussione di tutte le parti: pm e difesa.

UN PASSO INDIETRO – Il processo scaturito dall’inchiesta Cleaner si è diviso in diversi tronconi: tra abbreviato, ordinario e patteggiamenti. Antonio Zullo, per esempio, unico ad aver optato per il rito abbreviato, ha già ottenuto nel gennaio del 2015 una sentenza di assoluzione per il reato di associazione a delinquere, e una condanna per truffa. Quest’ultimo era accusato di aver realizzato le cartelle esattoriali false assieme a Pappalardo. Una sentenza che è entrata a far parte degli atti del processo ordinario così come quella della Cassazione, che in fase cautelare aveva accolto il ricorso dei difensori di Andrea Fischetti, gli avvocati Giorgio e Alessandro Antoci, avverso alla decisione del Tribunale del Riesame che aveva respinto l’istanza di annullamento degli arresti domiciliari disposti dal Gip. Nel dettaglio, la sentenza del 2 marzo del 2015 emessa della Corte Suprema della Cassazione ha stabilito che in relazione al ruolo dell’imputato appare “insufficiente sul punto l’esposizione logico argomentativa delle ragioni che dovrebbero fondare, allo stato, l’attribuzione al Fischetti della rilevante qualifica organizzatore nell’ambito della contestata struttura dell’associazione criminale”. Per Fischetti e Pappalardo le accuse contestate sono di associazione a delinquere e truffa.

A finire in manette l’1 luglio del 2014 anche Livio Sorrentino, Maurizio Affetta e Corrado Santonocito, ritenuti anch’essi promotori e organizzatori del presunto sodalizio criminale i quali hanno scelto il patteggiamento della pena. Tutti i fatti contestati agli imputati risalgono al 2012.

L’INCHIESTA – L’inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza nel 2014 era scattata a seguito delle denunce presentate da alcuni “imprenditori”, fra cui artigiani e commercianti, che avevano raccontato agli inquirenti di aver ricevuto proposte di soluzioni “economicamente vantaggiose” per estinguere definitivamente i loro debiti alla Serit, l’ente (oggi Riscossione Sicilia) deputato alla riscossione dei crediti pendenti all’erario. I presunti truffatori (ciascuno con un suo preciso ruolo all’interno dell’organizzazione) avrebbero millantato di avere “legami” privilegiati con i funzionari della Serit e convinto i loro clienti a consegnargli le ingenti somme di denaro mostrandogli le ricevute esattoriali risultate contraffate. Gli sgravi fiscali prospettati alle vittime sarebbero state in realtà fasulli e in alcun modo collegati alla Serit che si è anche costituita parte civile nel processo. Le vittime si sarebbero accorte del raggiro di cui sono state vittime solo quando pervenivano nei loro domicili le nuove richieste di pagamento da parte della Serit, poiché il debito risultava ancor pendente.

 

 


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