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Trump condannato nel caso dei pagamenti alla pornostar: “Processo farsa”

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31 Maggio 2024, 07:49

7 min di lettura

“Guilty”, colpevole, per tutti i 34 capi di imputazione: Donald Trump è rimasto impassibile alla lettura dello storico verdetto raggiunto all’unanimità dopo due giorni di camera di consiglio dai 12 membri della giuria sul caso pornostar, aggrottando le sopracciglia solo quando il giudice Juan Merchan ha chiesto ufficialmente alla giuria se quella fosse la sua decisione.

 “E’ stato un processo farsa, è una vergogna.

“Sono un uomo innocente”, il primo commento del tycoon fuori dall’aula, dove ha annunciato che “continuerà a combattere”. “Il vero verdetto sarà il 5 novembre”, ha aggiunto, riferendosi all’ Election Day.

“C’è un solo modo per tenere Donald Trump fuori dallo Studio Ovale: andare alle urne”, ha replicato su X Joe Biden. “Il verdetto di colpevolezza dimostra che nessuno è al di sopra della legge”, gli ha fatto eco la sua campagna.

    Il tycoon diventa così il primo ex presidente americano condannato in un processo penale e anche il primo candidato presidenziale a correre come pregiudicato, uno status che comunque non gli impedisce di essere eletto e fare il commander in chief.

     Da vedere l’effetto sulla campagna elettorale, in un duello testa a testa che potrebbe essere deciso da poche migliaia di preferenze negli stati in bilico: secondo i sondaggi una fetta di elettori moderati e indipendenti non è disposto a votare un ‘nominee’ condannato. Intanto il suo social Truth è crollato in Borsa nelle contrattazione after hours.

La pena

      La pena sarà stabilita in un’udienza fissata per l’11 luglio, alla vigilia della convention repubblicana che lo incoronerà candidato per la Casa Bianca, probabilmente non senza qualche imbarazzo. La condanna potrà variare da un massimo di 4 anni di carcere alla messa in prova sino ad una multa. La galera appare improbabile perchè è anziano ed incensurato, oltre alle complicazioni logistiche di dover prevedere agenti del Secret Service in prigione per difenderlo.

    In ogni caso il tycoon farà appello e quindi ci vorranno mesi, se non anni per la conclusione della vicenda. Nel frattempo resterà a piede libero.

Il verdetto è arrivato relativamente veloce, dopo due giorni di camera di consiglio in cui i giurati avevano chiesto la rilettura di alcune istruzioni del giudice e di alcune testimonianze, tra cui quella di Michael Cohen: segno forse che qualcuno aveva dei dubbi o voleva approfondire, ma alla fine è stata raggiunta l’unanimità richiesta, evitando il rischio di uno stallo e di un annullamento del procedimento.

Le accuse

Trump era accusato di 34 capi di imputazione per aver falsificato altrettanti documenti contabili della sua holding per occultare i 130 mila dollari pagati alla pornostar Stormy Daniels perché non rivelasse durante la sua precedente campagna elettorale del 2016 la notte di sesso che aveva avuto con lui dieci anni prima. Soldi pagati dal suo ex avvocato tuttofare Michael Cohen – reo confesso già condannato per vari reati, diventato testimone chiave dell’accusa – e poi rimborsati come spese legali fittizie, violando anche la legge sui finanziamenti elettorali e quindi l’integrità del voto.

     Questo caso riguarda “un complotto e un insabbiamento”, il primo “per corrompere le elezioni del 2016”, il secondo “per nascondere il complotto e mascherarlo falsificando i documenti aziendali”, aveva accusato il pm nella sua requisitoria. “I documenti non sono falsi, Trump è innocente, non aveva alcuna intenzione di truffare”, aveva sostenuto la difesa, dopo aver cercato di minare la credibilità sia di Cohen che di Stormy Daniels, dipinti come due “mentitori” mossi dalla sete di denaro, fama e vendetta.

Il processo, iniziato oltre un mese fa, è stato teso, con Trump silenziato da un ‘gag order’ per i suoi ripetuti attacchi a giudice, procuratori e testimoni. Non sono mancati i colpi di scena e i particolari piccanti. Come quando la pornostar ha raccontato la fugace notte di sesso in una suite d’albergo durante il torneo di golf a Lake Tahoe.

Trump deriso

Con Trump deriso dall’attrice hard per il suo pigiama da Hefner (il fondatore di Playboy) e sculacciato con la rivista dove si era appena vantato di essere in copertina, prima di consumare “nella posizione del missionario” il tradimento di Melania, all’epoca in dolce attesa di Barron. Non l’unico, come dimostra l’altro affair quasi contemporaneo evocato in aula con la coniglietta di Playboy Karen McDougal, anch’esso messo a tacere con i soldi. Il verdetto spaccherà nuovamente il Paese.

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      I repubblicani hanno già cominciato a fare quadrato intorno al loro leader: “Oggi è un giorno vergognoso nella storia americana. I democratici esultano per la condanna del leader del partito avversario con accuse ridicole, basate sulla testimonianza di un criminale radiato dall’albo e condannato”, ha scritto su X lo speaker della Camera Usa, il repubblicano Mike Johnson, accusando Joe Biden di “aver strumentalizzato la giustizia” contro Donald Trump.

Trump lancia una raccolta di fondi, il sito va in tilt. E annuncia un discorso

     Pochi minuti dopo la lettura del verdetto di colpevolezza nel caso pornostar, il sito web ufficiale della campagna di Trump ha reindirizzato a una pagina di raccolta fondi in cui si dichiara che il tycoon è un “prigioniero politico”. “Sono stato appena condannato in un processo politico truccato da caccia alle streghe: non ho fatto niente di sbagliato! Hanno fatto irruzione in casa mia, mi hanno arrestato, mi hanno fatto la foto segnaletica, e ora mi hanno appena condannato“, si legge nella pagina.

      E così poche ore dopo la sentenza a New York il sito utilizzato dalla sua campagna per le donazioni, ‘Winred’, è andato in tilt per l’eccesso di traffico. “I nostri sono al lavoro per riparare il questo” si legge sul sito che, evidentemente, è stato inondato dalle donazioni dei sostenitori del tycoon galvanizzati dalla sua richiesta di “continuare a
lottare”.

     Trump, intanto, è stato accolto da una piccola folla di suoi sostenitori sotto alla Trump Tower, la residenza dell’ex presidente a Manhattan, dopo la sentenza di colpevolezza. “Grazie”, ha detto il tycoon con il pugno alzato alle persone che lo aspettavano. E la campagna presidenziale del tycoon ha annunciato che terrà un discorso alle 11 (le 17 in Italia), dalla stessa Trump Tower

Il procuratore ringrazia, il tycoon non potrà perdonarsi se eletto

   “Siamo arrivati a questo verdetto seguendo i fatti e le leggi, senza paura o trattamenti di favore, anche se in questo caso la persona giudicata non era come tutte le altre”. Lo ha detto Alvin Bragg, il procuratore di Manhattan che ha inchiodato Donald Trump, nella conferenza stampa dopo la sentenza di colpevolezza. “Ho fatto il mio lavoro”, ha aggiunto. 

   “La giuria ha parlato” sul caso di Trump, ha aggiunto Bragg, nella conferenza stampa dopo la sentenza di colpevolezza, ringraziando i “12 cittadini di New York” e il suo team di avvocati per il lavoro svolto.

    Gli analisti dei media segnalano inoltre che se Trump fosse eletto presidente a novembre avrebbe ampi poter per perdonare persone condannate per crimini federali, ma nessun autorità sul caso che  più lo coinvolge direttamente: il verdetto di colpevolezza a New York per aver comprato il silenzio della pornostar Stormy Daniels a scopi elettorali.

     L’autorità federale della Casa Bianca non si trasferisce infatti ai capi di imputazione statali di cui Trump oggi è stato riconosciuto colpevole. Solo il governatore dello stato di New York, la democratica Kathy Hochul, avrebbe il potere di passare un colpo di spugna sul parere dei 12 giurati di Manhattan, e questo al momento sembra altamente improbabile

La difesa: ‘Ricorreremo appena possibile’

      “Ricorreremo in appello appena possibile”. Lo ha detto in un’intervista alla Cnn l’avvocato di Donald Trump Todd Blanche, che ha guidato il team difensivo del tycoon nel caso a New York. “Eravamo preparati anche ad un verdetto di colpevolezza”, ha sottolineato.

      “La giuria è stata molto seria, è sempre stata puntuale in tribunale e ha preso in considerazione tutte le prove”, ha osservato Blanche, aggiungendo però che “tttavia lo avrebbero dovuto giudicare innocente. Quei documenti non provano la sua colpevolezza”.

   “C’è stata troppa pubblcità attorno a questto processo, la giustizia non funziona così. I tempi e l’attenzione mediatica sui testimoni hanno danneggiato Trump”, ha indicato il legale del tycoon.

    “Queste accuse non avrebbero mai dovute essere mosse”. Lo ha detto il leader della minoranza repubblicana al Senato Mitch McConnell in un post su X commentando il verdetto di colpevolezza contro Trump. “Mi aspetto che la condanna venga annullata in appello”, ha aggiunto il politico che ha rotto i rapporti con il tycoon oltre tre anni fa

Pubblicato il

31 Maggio 2024, 07:49

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