04 Giugno 2023, 09:12
2 min di lettura
ROMA – Buone notizie sul fronte della lotta al tumore al seno. Una nuova terapia mirata riduce significativamente il rischio di recidiva del 25% nei casi di tumore allo stadio iniziale. Si tratta di una terapia adiuvante, cioè successiva alla chirurgia, con la molecola ribociclib associata alla terapia ormonale. I dati, dello studio di fase 3 Natalee, in pubblicazione sul New England journal of Medicine, sono presentati al congresso della Società americana di oncologia clinica (Asco).
Lo studio è stato condotto su oltre 5mila pazienti e riguarda donne (ma anche uomini) colpite da tumore al seno positivo per i recettori ormonali e negativo per il recettore Her 2. Si tratta del tipo più diffuso di tumore al seno rappresentando i due terzi dei casi totali. “Nel 2022, in Italia, sono stati stimati 55.700 nuovi casi di carcinoma della mammella, il più frequente in tutta la popolazione – afferma Saverio Cinieri, Presidente dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica Aiom -. La terapia adiuvante della malattia operata può essere considerata uno dei maggiori successi in oncologia negli ultimi trent’anni e la sopravvivenza a 5 anni raggiunge l’88% e pone il nostro Paese ai vertici in Europa. Purtroppo, però, per molte pazienti in generale non vi sono strumenti efficaci per ridurre in maniera sostanziale il rischio di recidiva. I risultati significativi di questo studio mostrano il potenziale di ribociclib di cambiare la pratica clinica”.
La classe medica, dal canto suo, spera in questa nuova arma contro il tumore al seno. “Ci auguriamo che la disponibilità della terapia avvenga quanto prima, perché potremo offrire un’opportunità terapeutica efficace a una grande platea di pazienti. Circa 20mila donne ogni anno, in Italia”, ha sottolineato Michelino De Laurentiis, direttore dipartimento Oncologia Senologica e Toraco-Polmonare, Istituto Nazionale Tumori Pascale di Napoli.
Secondo Fabio Puglisi, direttore del dipartimento Oncologia medica all’Irccs di Aviano, “le pazienti con tumore al seno restano a rischio di recidiva”. Questo perché la malattia “si ripresenta in un terzo dei casi inizialmente in stadio II e nella metà di quelli esorditi in stadio III”. “I dati dello studio Natalee – conclude – rappresentano dunque un ulteriore passo avanti per portare a guarigione un maggior numero di pazienti”.
Pubblicato il
04 Giugno 2023, 09:12