27 Novembre 2012, 18:39
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PALERMO – I comuni siciliani sono in crisi e la pressione fiscale troppo alta colpisce soprattutto i lavoratori di quei comuni a forte vocazione turistica. Secondo Pietro La Torre, segretario regionale della Uiltucs, “questa situazione grava senza pietà sull’economia siciliana e una soluzione deve essere trovata, coinvolgendo le parti sociali fino ad arrivare ad un dialogo col governo”.
Per fare cassa, i comuni stanno imponendo un aumento delle tasse: da Cefalù a Sciacca alle isole Eolie, i costi della crisi – l’Imu, le tasse di soggiarno, la Tarsu – ricadono pesantemente sui dipendenti del settore del turismo. Il boom di richieste di sospensione dei lavoratori di strutture alberghiere, secondo Uiltucs, coinvolge un numero complessivo che si aggira sulle duemila unità.
“In un momento così difficile per l’economia dell’Isola”, spiega Pietro La Torre a Livesicilia, “Il governo regionale e gli organi comunali, invece di intercettare e colpire l’evasione, hanno messo in atto una politica fiscale che stronca il settore turistico. Già adesso sono state divulgate le tariffe per la stagione estiva 2013, senza tenere conto dell’incidenza della crisi, basandosi su una previsione di costi“. La Uiltucs ha richiesto, pertanto, un incontro con le parti sociali e “a breve – continua La Torre – riusciremo a organizzare l’incontro. Non esiste una programmazione da parte del governo regionale: il turismo siciliano ha invece bisogno di un respiro strategico sul breve e medio periodo”.
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27 Novembre 2012, 18:39