23 Gennaio 2018, 18:02
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PALERMO – Le sorti dell’emergenza idrica a Palermo è una partita che si sta giocando in queste ore a Roma nel corso di una riunione del Consiglio dei ministri. Il Governo è chiamato a decidere sulla richiesta di stato di calamità naturale posta la settimana scorsa dal presidente Nello Musumeci. In base alla decisione che prenderà si procederà o meno con la tanto temuta, e rimandata, turnazione dell’acqua in città. “Tutto dipenderà dalle decisioni che prenderanno nella capitale – dice la numero uno di Amap Maria Prestigiacomo – se dovessero accertare e dichiarare lo stato di calamità naturale, verrà indicato un commissario per gestire l’emergenza. Ma bisognerà anche capire che poteri speciali verranno concessi a questo commissario”.
Così città, Regione e Amap rimangono con il fiato sospeso in attesa di capire se far scattare la turnazione o no. Nel dubbio è stata annullata anche la conferenza stampa prevista per mercoledì dall’azienda che gestisce la rete idrica a Palermo con la seguente motivazione: “La dichiarazione dello stato di calamità porterebbe ad una accelerazione dell’iter per la realizzazione di nuove opere che potrebbero risolvere il problema della crisi idrica”. La stampa era stata convocata nella sede di via Volturno proprio per dare i dettagli della turnazione che in ogni caso non sembra più rimandabile visto che nei quattro invasi che forniscono Palermo è rimasta acqua sufficiente per meno di due mesi.
Al momento però l’unico fatto certo è che i tecnici Amap hanno testato la rete e le cosiddette “saracinesche” che una volta partito il razionamento consentiranno l’afflusso d’acqua a zone e a giorni alterni. I palermitani così dovranno rispolverare cisterne e serbatoi esterni, accessori che erano scomparsi da terrazze e facciate da almeno 14 anni. Era il 2003 l’ultima volta che Palermo si trovò coinvolta in una tale emergenza e dovette chiudere i rubinetti, purtroppo, entro la prossima settimana l’incubo potrebbe ripetersi. “So che sembra futile oggi cercare di trovare responsabili – dice Prestigiacomo -. Ma non posso che constatare che è a causa del governo Crocetta che oggi ci troviamo in questa situazione. Era necessario dichiarare lo stato di calamità naturale l’anno scorso, ma le mie indicazioni non sono state ascoltate”.
Le prime polemiche si stanno sollevando anche in Consiglio comunale, il consigliere del Movimento 5 stelle Antonino Randazzo sulla sua pagina Facebook non risparmia aspre critiche al sindaco Leoluca Orlando: “Lo scorso maggio il sindaco in piena campagna elettorale annunciava che grazie al recupero dell’acquedotto Nuovo Scillato era finita ogni inaccettabile ipotesi di turnazione dell’acqua e che la missione era compiuta. Dopo circa otto mesi il presidente dell’Amap lancia invece l’allarme che scuote la città? Cosa non ha funzionato? Cosa è mancato per la realizzazione del by-pass definitivo di Scillato che è inserito nel patto per il sud? Di chi le responsabilità di una crisi idrica che si annuncia grave con un ritorno ai tempi bui? Il sindaco di Palermo dica la verità ai cittadini palermitani e venga a riferire in Consiglio comunale”. Il consigliere pentastellato si riferisce all’intervento da un milione e mezzo di euro finanziato interamente da Amap che l’anno scorso ha portato ad un parziale ripristino del collegamento con l’acquedotto di Scillato da tempo fuori uso a causa di una frana. Collegamento che nei fatti oggi non è affatto sufficiente a scongiurare misure straordinarie come la distribuzione a giorni alterni dell’acqua in città.
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23 Gennaio 2018, 18:02