Tutino, Sampieri, le “entrature” | E spunta il “presidente”

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29 Giugno 2015, 16:30

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PALERMO – Le “entrature politiche”, le definisce il giudice per le indagini preliminari nella misura cautelare che ha spedito Matteo Tutino agli arresti domiciliari. “Entrature politiche al massimo livello dell’amministrazione”, aggiunge il gip Giovanni Francolini, che avrebbero spinto l’ex commissario dell’ospedale Villa Sofia, Giacomo Sampieri, e l’ex direttore sanitario, Maria Concetta Martorana, ad assecondare le richieste di Tutino a cui viene contestata “una sistematica capacità di incidere sull’operato degli altri due”. Ed è in questo contesto che nelle intercettazioni salta fuori “il presidente”. Il riferimento, dicono gli investigatori, è al governatore della Regione, Rosario Crocetta, di cui lo stesso Tutino ha sempre detto di essere amico e medico personale.

Emblematica sarebbe la vicenda del procedimento disciplinare aperto a carico di Tutino che poteva portare al suo allontanamento dall’ospedale e che invece sarebbe rimasto nel cassetto fino a farne scadere i termini di applicazione. Da qui l’accusa di abuso d’ufficio contestata in concorso a tutti e tre gli indagati.

Nel 2012 la direzione generale del Policlinico di Palermo raccolse i dati relativi a ventuno interventi chirurgici eseguiti da Tutino fra il 21 aprile 2005 e il 24 agosto 2011. Secondo i carabinieri del Nucleo antisofisticazione, il chirurgo plastico non avrebbe potuto e dovuto entrare nella sala operatoria nissena perché risultava in servizio al Policlinico. Nell’ospedale universitario palermitano era arrivato nel novembre 1997. Successivamente, dal 10 settembre 2007 e fino al 9 settembre 2009, era stato comandato presso gli ospedali Galeazzi e San Raffaele di Milano. Ed ancora: dal 10 settembre 2009 risultava in aspettativa senza assegni per via di un impegno come consulente del Senato nella dodicesima commissione Igiene e Sanità presieduta dal senatore Antonio Tomassini. Infine, dal 4 ottobre 2012 era approdato all’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta fino al giorno del trasferimento a Villa Sofia. Quando, nel settembre 2013, Tutino arrivò a Palermo, prima “in comando” chiamato da Sampieri, e poi assunto come vincitore di concorso, il provvedimento disciplinare si arenò. Per precisa volontà di Sampieri, sostiene ora l’accusa.

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Ed è ora che il giudice fa riferimento al “consolidato e strettissimo rapporto fra Sampieri e Tutino”. Un rapporto solido a tal punto che “Sampieri – si legge ancora nella misura cautelare – risulta essere sempre pronto ad assecondare le richieste di Tutino; può ritenersi che Sampieri tendesse a coltivare la propria relazione con il coindagato, verosimilmente per le entrature politiche (al massimo livello dell’amministrazione regionale che il Tutino ha, per dir così, ostentato”.

L’intercettazione in cui Tutino avrebbe “ostentato” i suoi rapporti è di fine novembre 2013. “… è anche ho capito dal presidente, cioè nessuno ti muoverà perché separarci significa, sarebbe come una separazione”, diceva Tutino a Sampieri. Il chirurgo plastico, dunque, nel corso di un dialogo con avrebbe “capito che egli stesso ed il Sampieri – si legge nell’ordinanza – avrebbero continuato ad operare insieme perché il commissario straordinario non sarebbe stato rimosso”. Siamo, dunque, nel novembre 2013. A fine anno si attendeva la nomina dei direttori generali. “Stupendo, stupendo – rispondeva Sampieri a Tutino – c’è in gioco troppo e lo sappiamo… lo sappiamo… lo sappiamo”.

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29 Giugno 2015, 16:30

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