“Tutta colpa della fame”

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28 Marzo 2010, 03:00

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Da diversi decenni, Lollo Franco, attore e regista, calca le scene sia teatrali che cinematografiche. Recente protagonista delle pellicole: “Baharia” di Tornatore e “Lo scandalo della Banca romana”.
Un impegno importante, il suo, anche, nel sociale; avendolo visto curatore di un laboratorio teatrale per dieci anni all’interno del carcere Pagliarelli. Oggi, gestisce un bene confiscato alla mafia, Parco Villa Pantelleria. Ed è lì, che, lo incontriamo.

Subito, cosa è Villa Parco Pantelleria?
“E’ un bene confiscato alla mafia e, dato cinque anni fa in gestione al Teatro della Libertà. Per dieci anni ho curato un laboratorio all’interno del carcere Pagliarelli perché credo che una azione di recupero sia sempre possibile. Attraverso il fare, quindi anche dell’arte, puoi entusiasmare anche gli animi più ribelli. Lo stimolo produce sempre una risposta. Anche gli “scanazzati” possono farcela”.

Ma ci sarà un limite di non recupero?
“Ovviamente sì! La violenza è anche un modo di essere, fa parte del proprio ambito socio-culturale ma questo non deve essere il fattore penalizzante”.

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La città di Palermo, negli ultimi tempi è stata protagonista di episodi di violenza in serie. Perché?
“Io credo che alla base del tutto, la motivazione sia il disastro economico e quindi la mancanza di lavoro. Non vuole essere una giustificazione, sono atti da condannare; ma talvolta un gesto eclatante è anche un grido di dolore. Si cerca di assumere un atteggiamento mafioso per attirare attenzione. Come nel caso della testa di capretto fatta trovare davanti la segreteria del presidente del Consiglio comunale di Palermo, oppure, il dirottamento dei mezzi pubblici. Discorso diverso è per l’omicidio Fragalà”.

Quindi, è una responsabilità altra?
“Ritengo che le istituzioni non siano state in grado di mantenere ordine e quindi la morale è andata persa. Non è soltanto compito delle istituzioni trovare  e dare lavoro, ma hanno una forte responsabilità sulla società civile”.

La soluzione?
“Se non si pone fine alla crisi economica, la gente non avrà voglia di tornare ai vecchi sapori, come una passeggiata al mare o, una serata a teatro. Che te ne frega del teatro se non hai la moneta per fare la spesa?”.

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28 Marzo 2010, 03:00

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