Tutta la mafia in diretta |Su “S” le intercettazioni inedite

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01 Luglio 2012, 07:18

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La mafia in diretta, quella raccontata dalle microspie, svela che una grossa fetta della città di Palermo non si è liberata dal giogo mafioso. O meglio, non vuole liberarsene. A Pagliarelli, Porta Nuova e Passo di Rigano boss vecchi e nuovi incidono nella quotidianità della gente che a loro si rivolge per ogni piccola e grande esigenza. Una sfilza di intercettazioni, finora inedite, dimostra quanto sia radicata la sottocultura su cui sui fonda il potere mafioso. Le conversazioni – che “S”, in edicola, pubblica integralmente – sono del 2011 e hanno come sede la tabaccheria di Giuseppe Bellino in via Carrabia, quartiere Villaggio Santa Rosalia. Le indagini sono quelle del reparto operativo e del Nucleo investigativo dei carabinieri che fra luglio e dicembre scorsi hanno portato in carcere capi e gregari della nuova mafia. A cominciare da Michele Armanno, numero uno a Pagliarelli, Tommaso Di Giovanni e Nicola Milano che si dividevano lo scettro a Porta Nuova.
Cosa nostra impone il pagamento del pizzo, vigila sull’apertura dei negozi, calmiera il mercato, risolve questioni personali, provvede a mettere le cose a posto se qualcuno subisce un furto non autorizzato oppure non riesce a incassare un credito. Piccole e grandi storie di vita quotidiana rimaste imprese nei nastri magnetici che offrono lo spaccato di una mafia popolata da picicotti che sperperano il denaro e segnata da piccole faide interne. I mafiosi tornano, però, a ricompattarsi quando c’è da difendere la credibilità stessa degli associati. Nella notte tra l’1 e il 2 febbraio 2011 qualcuno ha osato rubare nella tabaccheria di Bellino. Ecco allora che le cimici svelano la reazione. Viene convocata una riunione alla presenza degli esponenti mafiosi di tutte le famiglie. Ad agire sono stati alcuni giovani provenienti da Sant’Erasmo, territorio mafioso di Brancaccio. Ci vuole una punizione esemplare.

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01 Luglio 2012, 07:18

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