“Tutta la verità su Andrea”

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08 Agosto 2010, 06:35

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La migliore Palermo che c’è prende un caffè a un tavolino di viale Strasburgo. La peggiore non ha visto, né sentito. La migliore e più coraggiosa Palermo che c’è ha le faccia di Dario e Valerio, fratello e cugino di Andrea Brugnò, morto in viale Regina Margherita, sulla strada di Mondello, ad appena diciotto anni, in uno schianto col suo scooter. Quelle facce sono piegate in un doloroso punto di domanda: sicuramente qualcuno ha visto l’accaduto, perchè allora nessuno dice nulla? Lo chiedono alla peggiore e più vile Palermo che c’è, la città bastarda e frettolosa che vede un ragazzo a terra e non si ferma.

Dario e Valerio, due ragazzi bravi, sereni. Si vede subito che vengono da una famiglia amorevole e perbene. Parlano, alternandosi. Dice Dario: “Hanno scritto che mio fratello è morto per l’alta velocità. Andrea era un ragazzo prudentissimo, con la fissazione benedetta del casco,  è impossibile. Sul luogo dell’incidente ci sono tracce evidenti  a terra, c’è il segno della visiera del casco su un albero, dunque mio fratello aveva il casco. Secondo noi è stato stretto da qualcuno ed ha perso il controllo”.

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“Il fatto è accaduto di mattina, alle undici e un quarto – interviene Valerio – la zona è assai trafficata. C’è chi ha visto. Bene, chi ha visto ha il dovere di parlare, di farci sapere”. Valerio ha creato una pagina su Facebook: “Testimonianze per Andrea Brugnò”. “E’ un modo per invitare chi sa a uscire allo scoperto”. Dario riprende: “Niente riporterà in vita Andrea, almeno vogliamo sapere la verità. Non è giusto morire sulle strade. Ancora peggio è essere dimenticati, passare senza che si sappia esattamente come è andata”.
E in tanto composto e dignitoso dolore, le parole di Dario disegnano un valore bellissimo. La verità che non sana la ferita, la verità come estremo atto di dignità umana e di memoria. La verità, comunque.
Stretta di mano di commiato dopo il caffè: ragazzi, noi ci proviamo, vi diamo una mano scrivendo un appello su Andrea, però vedrete che non cambierà niente. Dario si intristisce. A casa ha lasciato padre e madre annichiliti dalla folgore della perdita di un figlio. “Eh, lo so – dice – Palermo è così”. Ma è scritto da qualche parte che debba essere sempre e per forza così?

(La foto è tratta dall’archivio)

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08 Agosto 2010, 06:35

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