22 Maggio 2012, 19:29
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E’ iniziata ufficialmente l’era di Leoluca Orlando. La proclamazione del sindaco di Palermo, che torna così a Palazzo delle Aquile dopo oltre dieci anni, sancisce la fine di un doppio mandato di stampo berlusconiano e riconsegna la città a chi, quel doppio mandato, l’ha preceduto.
Una vittoria schiacciante, quella del Professore, che gli regala una maggioranza assoluta a Sala delle Lapidi senza nemmeno bisogno di scendere a patti con scomodi alleati e che lo rende, nei fatti, il dominus assoluto della politica cittadina, l’unico in grado di determinare le sorti della città.
Un’arma a doppio taglio, questa, considerate le continua emergenze con cui il nuovo sindaco dovrà avere a che fare e le grandi aspettative che la vittoria ha generato. Partiamo dalla Gesip, che è in ordine di tempo la prima grana da affrontare. Entro il 26 maggio, cioè entro sabato, il comune dovrà presentare al governo nazionale un piano di riordino complessivo delle società partecipate. Una scelta di non poco conto, visto che inciderà pesantemente sul futuro dei servizi e di oltre diecimila dipendenti e delle loro famiglie.
Il commissario Luisa Latella ha commissionato a una multinazionale il compito di redigere il piano che però adesso dovrà essere vagliato, nel giro di appena cinque giorni, dalla nuova giunta. Che potrebbe anche essere stravolto in base alle determinazioni del primo cittadino, ma il termine ultimo resta quello del 26. Sforarlo significherebbe venire meno a una precisa indicazione contenuta nell’ordinanza di Protezione civile e rinunciare, di fatto, alla seconda metà dei dieci milioni di euro che dovrebbero bastare per tutto giugno.
Oltre alla Gesip, però, c’è anche la questione bilancio. Il comune, per mantenere l’equilibrio dei conti, è stato costretto ad aumentare le tasse e questo potrebbe anche non bastare, visti i 12 milioni tagliati dall’ultima Finanziaria regionale. Un tema, quello della cassa, legato a doppio filo con l’altra emergenza: quella delle altre partecipate.
L’Amat ha un credito di quasi 140 milioni di euro nei confronti del comune e l’Amia, in amministrazione straordinaria, ha più volte minacciato di ricorrere ai contratti di solidarietà senza ulteriori somme a disposizione.
E questi sono solo i problemi più “evidenti”, senza considerare l’emergenza-casa, la riorganizzazione degli uffici comunali, i pesantissimi tagli alla cultura e al sociale, le lentezze burocratiche che incidono sulla scarsa crescita economica della città, il Put ancora da approvare, insieme a un nuovo Piano regolatore, e i Prusst fermi al palo. Che dire? Buona fortuna, sindaco Orlando.
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22 Maggio 2012, 19:29