Tutti a caccia di Pokémon | Anche in Sicilia è mania

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19 Luglio 2016, 15:21

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PALERMO – Hanno sognato per anni di poter catturare i mostriciattoli giapponesi. E adesso il sogno si trasferisce sull’ecosistema degli smartphone trasformandosi in realtà. Per questo non è difficile incrociare per strada intere generazioni di trentenni a caccia di Pokémon. Tutta colpa della nuova app della Nintendo che usa la realtà aumentata, sfruttando la geolocalizzazione e la fotocamera. E persino in Sicilia è diventata mania: qui al Sud, come un virus, Pokémon Go sta contagiando studenti e professionisti, senza distinzione d’età, accomunati da un unico e solo desiderio: acciuffare tutti quei mostri tascabili.

Il gioco richiede che l’utente vada a caccia di Pokémon per le vie della città. Grazie al Gps e alla geolocalizzazione satellitare, un avatar si ritrova catapultato sulla mappa di gioco, realizzata con l’aiuto delle carte stradali di Google Maps. Durante l’avventura digitale è necessario trovare “palestre”, luoghi simbolo delle città, in cui allenare i mostriciattoli, ma anche i “Pokéstop”, delle aree in cui stanare oggetti utili al proseguimento del gioco. Così, in Sicilia, è un attimo e i Pokémon gironzolano tra monumenti e palazzi storici, tra templi e teatri antichi, persino in mezzo al mare.

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Il mondo reale, in un istante, si trasforma in un gioco. Le vie di Palermo sono infestate di Pokémon e i giocatori macinano chilometri e chilometri per catturarli tutti. Dal Teatro Massimo al Foro Italico, fino allo stabilimento di Mondello, ma non solo. Perché le zone a maggior affluenza Pokémon, solo nel capoluogo siciliano, sono l’Università, i centri commerciali, il centro storico e il centro – soprattutto i Quattro Canti e piazza Castelnuovo -, ma anche l’Orto Botanico, Villa Giulia, Villa Trabia, il Giardino Inglese, la Statua di via della Libertà e anche le borgate marinare, come Sferracavallo o Capo Gallo. E a Catania non è difficile trovarli sull’Etna, ma anche all’Ikea.

Un videogame che obbliga ad uscire da casa per giocare, che catapulta il giocatore nel dedalo della città alla scoperta della storia stessa del luogo. E sui social network impazza la mania. C’è chi, come il portale Crocché, ha realizzato Accarnesaur, Meusachu, Panelleon e perfino Cannolotto, lo street food e la pasticceria siciliana in chiave Pokémon da catturare nelle più importanti palestre – monumenti – della città, e chi invece ha un altro imperativo, che passa dalla condivisione di mappe ai consigli di gioco, fino alla soffiata dei luoghi in cui è possibile trovarli. Il più raro è Pikachu e a Palermo è stato avvistato a Porta Felice. Ma appena un paio di volte.

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19 Luglio 2016, 15:21

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