30 Gennaio 2015, 11:04
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PALERMO- C’è consenso mediatico intorno alla candidatura di Sergio Mattarella alla Presidenza della Repubblica. Consenso per il giudice costituzionale candidato e per la strategia di Matteo Renzi che l’ha proposto. Scrive Massimo Franco sul ‘Corriere della sera’: “C’è già chi parla malignamente di rivincita della Prima Repubblica e della Democrazia cristiana. Ma se Sergio Mattarella sarà eletto capo dello Stato, la vulgata dovrà essere corretta; meglio, riequilibrata. La sua designazione da parte di Matteo Renzi suggerisce semmai una lettura meno manichea e ideologica del passato; e permette di rivisitarlo con un senso della storia meno influenzato dai luoghi comuni: Mattarella incarna ciò che di meglio ha espresso quella stagione moderata della politica italiana. Le sorprese sono sempre possibili: il Pd è maestro di lotte fratricide, come dimostra la competizione di circa due anni fa che approdò alla conferma di Giorgio Napolitano”.
“Ma la logica – scrive Franco – porterebbe a dire che il segretario-premier è riuscito a trovare un profilo insieme alto e condivisibile dall’intero partito, e non solo. Mattarella è una personalità agli antipodi rispetto a Renzi, eppure proprio questo rappresenta un elemento di merito per chi lo ha proposto”.
Insomma, Sergio Mattarella piace. Ne aveva tessuto l’elogio Sebastiano Messina su ‘Repubblica’: “Sotto quel vestito grigio e dietro quei modi felpati c’è un uomo con la schiena dritta, un hombre vertical capace di discutere giorni interi per trovare un compromesso con l’avversario, ma anche di diventare irremovibile se deve difendere un principio, una regola o un imperativo morale”.
Quali saranno le conseguenze politiche? Annota Giuliano Ferrara sul ‘Foglio’: “Il presidente della Repubblica, anche se ora il Cav. fa giustamente il vanitoso di rango e rinvia ad abboccamenti personali eventuali l’incontro con il premier, perché non ha mai amato far parte di una delegazione di partito, perché della politica ha sempre amato il fuoco e non le forme, il presidente sarà ovviamente scelto su proposta di Renzi, che sa come pelare le altre gatte che ha nel suo partito, e su conforme avviso del nazareniko Berlusconi. Lo si sa perfettamente da tempo, e una delle cose che rendono appetibile per un vecchietto il prendere una misura di distanza dalla responsabilità giornalistica, è questa inerziale tendenza a raccontarsi storie, frottole, e a far chiacchiere. E’ confortante che la patria degli italiani e della politica non abbia perso il gusto dell’arte che solum è sua, e che un’anomalia tiri l’altra, come le ciliegie, come le cerase. Sono tutti scandalizzati dal contatto tra le due figure del patto, io sono estasiato con ironia: la condizione umana perfetta”. Già Berlusconi. A proposito merita una citazione la copertina del ‘Manifesto’. Una foto grande di Silvio e il titolo secco: “Stai sereno”.
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30 Gennaio 2015, 11:04