Tutti i nodi da sciogliere |del Crocetta-bis

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12 Aprile 2014, 10:14

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PALERMO – E alla fine il presidente decise di puntellare la sua maggioranza. O meglio: il suo schieramento, perché la maggioranza, a questo punto, è tutt’altro che certa. L’accelerazione di Rosario Crocetta sulle deleghe, giunta ieri sera dopo un ultimo tentativo di mediazione con il Partito democratico, ha lasciato i cuperliani del tutto spiazzati, ma ha anche già provocato l’addio alla maggioranza di quattro frondisti dell’Udc, che già nella tarda serata di ieri si sono schierati all’opposizione.
Non che i centristi, in fondo, non siano stati accontentati. Almeno in parte: Gianpiero D’Alia, che ieri, prima delle deleghe, si è nuovamente confrontato con Crocetta, aveva chiesto per il proprio partito la vicepresidenza della Regione e l’assessorato all’Agricoltura, ma ha ottenuto solo la prima, incassando però anche un incarico non di secondo piano come le Infrastrutture. L’Agricoltura, invece, è andata ad Articolo 4: il partito di Lino Leanza aveva chiesto a Crocetta un assessorato in più o la delega che nel precedente governo era di Dario Cartabellotta. Ha ottenuto quest’ultima, ma anche la conferma di Ezechia Paolo Reale, inviso a una parte del mondo politico siracusano ma diventato una sorta di condicio sine qua non per il secondo gruppo più grande della maggioranza.
La vera grana, però, è il nodo-Pd. Perché se i renziani erano stati avvisati di quel che stava per accadere, il segretario del partito era stato tenuto all’oscuro: a Fausto Raciti, nel pomeriggio di ieri, era stato annunciato che la partita si sarebbe chiusa entro domenica, ma niente lasciava presagire che si arrivasse a completare il rimpasto già ieri. Tanto che, mentre Crocetta annunciava le prime deleghe, Raciti saliva sulla scaletta dell’aereo che nella serata di ieri l’ha portato a Roma, sostanzialmente ignaro di quel che stava accadendo in Sicilia. Non che sia stato l’unico ad essere stupito: fino all’inizio della conferenza stampa, infatti, alcuni assessori neo-nominati non sapevano ancora quale delega avrebbero ricevuto.
Tutto, adesso, lascia presagire uno strappo. Nonostante le aperture fatte a parole dal presidente della Regione in conferenza stampa. “Evidentemente – si lascia sfuggire un alto dirigente cuperliano – la mediazione offerta da Crocetta era solo una finzione”. Difficile che adesso la spaccatura rientri, anche se nei corridoi di Palazzo d’Orléans si fanno i nomi di Michela Stancheris e Mariarita Sgarlata come possibili agnelli sacrificali da immolare sull’altare dell’accordo con le due anime della mozione Cuperlo, quella che fa riferimento ad Antonello Cracolici e quella capeggiata da Mirello Crisafulli.
Non sono però gli unici nodi da sciogliere. La giunta, infatti, nasce con due assessori candidati alle Europee, Nelli Scilabra e Patrizia Valenti. Su questo tema, nelle settimane scorse, Crocetta era stato più che chiaro: o la candidatura all’Europarlamento o una sedia al tavolo della giunta. La questione, oltre a mettere in discussione la composizione del Crocetta-bis, si intreccia con quelle interne ai partiti: se la composizione della giunta ha lasciato scontenti Lillo Firetto, Nino Dina, Mimmo Turano e Margherita La Rocca Ruvolo, ragiona un esponente dello scudocrociato, c’è il rischio che il loro impegno nella campagna elettorale di Patrizia Valenti non possa essere tenuto in considerazione. Tutti nodi che Crocetta dovrà sciogliere nei prossimi giorni. Anche perché, senza i cuperliani e senza i quattro dissidenti udc, il rischio di agguati parlamentari è molto più che un’eventualità.

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12 Aprile 2014, 10:14

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