Tutto sui Laudani |I macellai dei Santapaola

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10 Febbraio 2016, 06:38

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La famiglia Laudani

CATANIA- Maxi operazione dei carabinieri contro il clan Laudani, alla sbarra 109 presunti affiliati al clan creato da Sebastiano Laudani detto “Mussu i Ficurinia”, boss dell’omonima famiglia. Era il giovane rampollo di una famiglia di pecorai, sposato con Grazia Calanna, che fino al 1965 era stato condannato per modesti reati come l’omessa consegna di mobili pignorati e la guida senza patente. Insieme ai fratelli Giuseppe, Gaetano e Alfio gestiva macellerie e allevamenti, macellava clandestinamente carne, era stato diffidato dal Questore.

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Numerosi gli omicidi che infiammano la stagione più cruenta della mafia catanese. Gaetano Laudani viene ucciso e abbandonato in una fiat 500 allo strazio dei cani randagi, Pippo Di Giacomo utilizza una motopala per abbattere il bunker nel quale si nascondeva Sebastiano D’Arrigo a Mascalucia e ucciderlo a colpi di kalashnikov e fucili calibro 12. Sono solo alcuni esempi per comprendere in quale contesto è maturata la personalità della Scalisi. Quando viene coinvolta nell’operazione Ficodindia 4 arriva la prima condanna per omicidio. Insieme a lei ci sono Natale Benvenga, accusato di aver ucciso Giuseppe Sciuto e Salvatore Spitaleri, Silvio Giannetto, per gli omicidi di Silvana Correnti, Giovanni Giusti, Michelangelo Giuffrida e Mario Minuto, Giuseppe Scarvaglieri per l’uccisione di Gaetano Cordare e Salvatore Rapisarda, Giovanni Zito per gli omicidi di Giuseppe Di Mauro, Salvatore Battaglia, Giacomo Nicolosi e Rosario Munzone.

Dal canto suo il vecchio Laudani non esitava nel comprare due bazooka per tentare di uccidere il pentito Antonino Corrado e magistrati Amedeo Bertone e Mario Amato, della direzione distrettuale Antimafia di Catania, che stavano indagando sulla mafia etnea. Questo piano, però, fallì.

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10 Febbraio 2016, 06:38

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