Uccisa nel sonno dal marito |Via Balduino, atroce delitto

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30 Ottobre 2017, 05:02

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CATANIA – Uccisa nel sonno, soffocata con un cuscino perché soffriva di depressione da molti anni. Fatta luce sull’omicidio di Maria Visalli. Nei giorni scorsi la Procura guidata da Carmelo Zuccaro ha chiesto e ottenuto l’arresto di Luciano Barra, marito della donna. La richiesta di custodia cautelare firmata dal pubblico ministero Fabio Regolo ricostruisce attimo dopo attimo ogni aspetto di questo delitto.

Siamo in via Balduino, 13 agosto, il decesso sarebbe avvenuto tra 6 e 8 ore prima del ritrovamento del cadavere alle 14.00.

PISTA INVESTIGATIVA – La prima ipotesi degli inquirenti, dopo l’individuazione del corpo privo di vita della signora, è quella della morte per cause naturali, anche perché il marito, Luciano Barra, sentito per sommarie informazioni, spiega che la moglie aveva avuto la febbre la sera prima, che non riusciva ad assumere farmaci per la difficoltà di deglutizione e che rigurgitava liquido di colore scuro.

Mentre viene sentito dagli inquirenti, Barra racconta qualcosa di strano: intorno alle 6.00 del mattino, si sarebbe reso conto che la moglie non respirava più e avrebbe continuato a dormire, come se nulla fosse. In particolare, il sospettato di omicidio dichiara di non aver chiamato i soccorsi perché si era “stancato – scrive il pm Regolo – della situazione che si era venuta a creare da circa otto anni a causa dei problemi di salute della moglie”. Lui, Barra, lamenta anche di essere stato lasciato solo dai familiari della moglie.

Alle 14.00 Maria Barra, sorella del sospettato, contatta il 118 e segnala la presenza del cadavere.

Viene disposta l’autopsia, dalla quale emerge che la causa del decesso potrebbe essere imputabile alla “compressione della regione cervicale e toracica, posta in essere da terza persona, verosimilmente con interposizione di un mezzo soffice, lenzuola, coperte, cuscino”.

La sorella del sospettato viene sentita più volte dagli inquirenti e racconta di aver trovato il fratello in stato confusionale dopo il decesso della moglie; Barra avrebbe fornito risposte contraddittorie alle richieste di chiarimenti, tanto da non essere in grado di spiegare a che ora fosse avvenuto il decesso.

LA RICOSTRUZIONE – Luciano Barra avrebbe notato che la moglie rigurgitava liquido scuro e subito dopo si sarebbe addormentato. Avrebbe dormito anche durante la mattina, quando la moglie non respirava più, e alle 13.30 anziché chiamare i soccorsi, avrebbe chiamato la sorella.

ESIGENZE CAUTELARI – “Gli elementi di fatto accertati nel corso delle indagini – scrive il Pm Fabio Regolo – infatti, dimostrano una particolare gravità della condotta del Barra, che, approfittando della condizione di vulnerabilità fisica e psichica della moglie, da tempo malata, la uccideva soffocandola, mentre la stessa si trovava a letto e non erano presenti altre persone. Anche la personalità dell’indagato, desunta dalle modalità del fatto e dal comportamento successivo, denota una notevole insensibilità, posto che il Barra, incurante delle condizioni della moglie, non chiamava prontamente soccorso, disinteressandosi dell’accaduto e addormentandosi fino al pomeriggio successivo – conclude il magistrato – nonostante avesse chiaramente avvertito che la moglie non respirava (come da lui dichiarato)”.

 

 

 

 

 

 

 

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30 Ottobre 2017, 05:02

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