Uccise la moglie, pestato in carcere | Ma gli agenti smentiscono

di

19 Settembre 2012, 18:36

1 min di lettura

TRAPANI – Salvatore Savalli, l’uomo accusato di aver ucciso, con la complicità dell’amante Giovanna Purpura, lo scorso 4 luglio nelle campagne di Trapani la moglie Maria Anastasi, incinta, è stato pestato in carcere dopo che l’ex comandante del Ris di Parma, Luciano Garofano, ha rivelato nel corso della trasmissione “Quarto Grado”, andata in onda su Retequattro, che sono state rinvenute delle impronte sul bidone della benzina, utilizzato dal presunto omicida per dare alle fiamme il corpo della donna.

Lo ha detto la criminologa Roberta Bruzzone, consulente dell’indagato, incontrando i cronisti a Trapani, dopo aver avuto un colloquio in carcere con Savalli. “Il reperto è andato distrutto con le fiamme – dice la Bruzzone – e pertanto non è possibile rilevare alcunché. Garofano ha riferito fatti fantasiosi”. La criminologa ha puntualizzato, inoltre, che, “trattandosi di attività investigativa coperta da segreto istruttorio, Garofano non può avere alcuna informazione sul caso e non credo proprio che né i Ris di Messina, né la Procura di Trapani abbiano potuto svelare qualcosa”.

Articoli Correlati

Ma dal carcere “San Giuliano”, arriva la smentita: “Da accertamenti effettuati – ha affermato il commissario di polizia penitenziaria Giuseppe Romano – non risulta essere stata perpetrata alcuna aggressione nei confronti del detenuto Salvatore Savalli”. La Bruzzone controreplica, confermando quanto già detto ieri e puntualizzando che “l’aggressione riferita dal Savalli è avvenuta durante la notte, in un momento cioé di verosimile attenuazione dell’attività di vigilanza interna all’istituto”.

Pubblicato il

19 Settembre 2012, 18:36

Condividi sui social