22 Febbraio 2017, 19:20
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CATANIA. Nessuna nuova perizia psichiatrica sarà eseguita, come richiesto dal difensore di fiducia Mario Brancato, su Roberto Russo, imputato per il brutale assassinio della figlia dodicenne, avvenuto nell’agosto del 2014 a San Giovanni La Punta. Così ha deciso la Corte d’Assise di Catania, presieduta da Maria Concetta Spanto, al termine di una breve camera di consiglio. Ad opporsi alla richiesta il pubblico ministero Agata Santonocito ed il legale di parte civile Giuseppe Lo Faro. Per la pm, infatti, non vi sarebbe alcuna necessità di una valutazione psichiatrica, considerato che Russo è già stato ritenuto capace di intendere e di volere dal perito nominato dal gip, il professore Gaetano Sisalli, in sede di incidente probatorio. Valutazioni sposate dalla parte civile. Verranno invece acquisiti i test, in parte contestati dalla difesa, a cui è stato sottoposto l’imputato durante la valutazione psichiatrica. Nella prossima udienza saranno dunque sentiti lo psichiatra Sisalli e la psicologa che lo ha coadiuvato durante la perizia. La loro escussione di fatto, a meno di colpi di scena, segna la chiusura dell’istruttoria dibattimentale. Ci sarà poi spazio per le richieste delle parti e per l’attesa sentenza.
LA TRAGEDIA. E’ il 22 agosto del 2014 quando l’orrore si materializza in un’abitazione di via Della Regione a San Giovanni La Punta. La casa dorme ancora quando Roberto Russo impugna un coltello da cucina e colpisce le figlie di 12 e 14 anni, ancora nel letto, poi tenta il suicidio. Per la più piccola, Laura, non c’è nulla da fare. Trasportata in fin di vita all’ospedale Cannizzaro, morirà poco dopo il ricovero. La seconda si salva dopo un delicato intervento chirurgico. Una tragedia della disperazione che sconvolge l’intera comunità. L’uomo, disoccupato da due anni ed in fase di separazione dalla moglie, afferma in aula, durante le spontanee dichiarazioni, di non ricordare nulla di quella drammatica mattina.
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22 Febbraio 2017, 19:20