Ucciso e chiuso in un sacco |Alla sbarra il siracusano Caruso

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15 Giugno 2017, 19:58

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CATANIA – Si apre domani il processo di secondo grado che vede alla sbarra Claudio Caruso, 35enne, accusato dell’efferato omicidio di Mario Liotta e già condannato dalla Corte d’Assise di Siracusa all’ergastolo. L’udienza però davanti alla III sezione della Corte d’Assise d’Appello di Catania potrebbe subire un rinvio per l’astensione dei penalisti che si conclude domani. L’accusa è affidata al Pg Angelo Busacca. Per la difesa, che ha impugnato la condanna inflitta dai giudici di Siracusa, vi sono lacune soprattutto nel movente del delitto e sugli accertamenti balistici e quelli effettuati dai Ris nel corso delle indagini.

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Il cadavere della vittima fu trovato nel novembre del 2013 nelle campagne di Avola all’interno di un sacco verde: il corpo senza vestiti presentava chiari segni di bruciature in varie parti. Dall’autopsia emerse che l’autotrasportatore avolese era stato colpito da una pallottola alla nuca. I carabinieri di Noto, dopo il ritrovamento del cadavere,  avviarono una serie di attività tecniche. I militari analizzarono i tabulati telefonici ed esaminarono i filmati dei sistemi di video sorveglianza: da questo studio certosino emerse che Claudio Caruso si era visto prima della scomparsa con Liotta. I video mostrarono la vittima allontanarsi con l’imputato. Inoltre i Ris trovarono tracce biologiche all’interno della scarpa di Caruso. Il dna era compatibile con il profilo genetico di Liotta. A chiudere il cerchio sull’imputato alcune intercettazioni: Caruso cercava di costruirsi un alibi. Il delitto sarebbe maturato per questioni legate al traffico di armi modificate.

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15 Giugno 2017, 19:58

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