Ucciso e poi seppellito, il processo un anno dopo l'omicidio

Ucciso e poi seppellito, il processo un anno dopo l’omicidio

Intanto fuori dalle aule giudiziarie commemorazioni con fuochi d'artificio al cimitero VIDEO

CATANIA – Il 12 febbraio 2021 era scomparso nel nulla. Enzo Timonieri, narcotrafficante 26enne di San Cristoforo, è stato ammazzato con tre colpi di pistola in testa e poi seppellito in una fossa nella sabbia di Vaccarizzo. A far ritrovare il suo cadavere, lo scorso giugno, sono stati i due fratelli killer Michael e Ninni Sanfilippo, ex Cursoti Milanesi e dopo il conflitto armato con i Cappello dell’agosto 2020 migrati nel gruppo dei Nizza di Cosa nostra. Il primo, il più giovane, avrebbe premuto il grilletto, l’altro invece avrebbe guidato la macchina rubata in cui sarebbe avvenuto l’efferato delitto.

Il viaggio della morte da Catania a Vaccarizzo, con la scusa di andare a recuperare delle armi. Ninni e Michael Sanfilippo hanno deciso di seguire le orme del fratello Martino, che il giorno dopo i fermi per il duplice omicidio del viale Grimaldi a Librino, ha scelto di affidarsi alla magistratura e diventare collaboratore di giustizia. E così si è arrivati alla scelta di ‘pentirsi’. E come primo atto hanno portato i carabinieri nel luogo dove hanno seppellito il corpo di Enzo Timonieri. Ai magistrati hanno poi puntato il dito sui mandanti: Natalino Nizza e Sam Privitera. Il figlio di Giovanni ‘Banana’ Nizza (e nipote dei boss Daniele, Andrea, Salvatore e del pentito Fabrizio) avrebbe ripreso le redini della famiglia inserita nel clan Santapaola-Ercolano, mentre Privitera – cugino dei fratelli Sanfilippo – avrebbe avuto il ruolo di gestire gli affari a Librino. Il movente sarebbe stato legato alle ambizioni autonomiste di Enzo Timonieri nel mondo del narcotraffico. Un progetto per Nizza jr inaccettabile al punto da ordinare la ‘sua’ eliminazione. Le indagini dei carabinieri mettono insieme mesi di tumulti tra i familiari della vittima e i vertici dei Nizza, che hanno sempre negato qualsiasi coinvolgimento nella scomparsa di Enzo ‘caterina’ o ‘ballerino jr’ (dai nomignoli del padre e del nonno).

Ora i due fratelli Sanfilippo, Natale Nizza e Sam Privitera (arrestato mentre era in crociera a Venezia) dovranno affrontare il processo per omicidio. Già c’è stata – qualche giorno prima del primo anniversario della lupara bianca – l’udienza preliminare davanti al gup Luca Lorenzetti. I pm Lina Trovato, Rocco Liguori e Alessandro Sorrentino hanno chiesto il rinvio a giudizio: intanto c’è stato uno slittamento per permettere alla difesa di analizzare alcuni verbali depositati dalla procura.

Fuori dalle aule di giustizia, invece, ci sono state commemorazioni con tanto di fuochi d’artificio e gigantografia di Enzo Timonieri al cimitero di Catania, davanti alla tomba del 26enne ammazzato. Un momento immortalato dai cellulari e caricato sui social, come ricostruito oggi su Meridionews, perfettamente in linea con i funerali in stile Casamonica della scorsa estate sempre registrate con i telefonini. In quel caso i divieti imposti dalla Questura non riuscirono a fermare il fiume di gente nella viuzza di San Cristoforo dove viveva Timonieri. E meno di un anno dopo quelle scene si ripetono al cimitero di Catania: in un video dove montiamo più dirette tiktok si vedono i fiori – tantissimi – lasciati sulla lapide, la gigantografia di Enzo Caterina e poi l’esplosione della batteria di fuochi. Tutto come se il camposanto fosse di loro proprietà.

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